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«Giro d'affari in picchiata da quando chiediamo i dati al cliente»

CANTONE«Giro d'affari in picchiata da quando chiediamo i dati al cliente»

15.10.20 - 07:04
La gerente di un bar racconta cosa è successo dal giorno dell'introduzione delle nuove direttive cantonali
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«Giro d'affari in picchiata da quando chiediamo i dati al cliente»
La gerente di un bar racconta cosa è successo dal giorno dell'introduzione delle nuove direttive cantonali
L'obbligo di registrare i dati, sommato al divieto di consumare in piedi, sta svuotando gli esercizi pubblici. La critica dell'esercente: «Non hanno considerato gli effetti su locali piccoli come il mio»

GRAVESANO - La chiamano “ripresa dei dati”, ma per molti esercizi pubblici ha piuttosto il sapore della resa dei conti che prosciuga gli incassi. Per capire quali sono gli effetti dell’obbligo di chiedere al cliente nome e numero di telefono abbiamo raccolto il parere della gerente di un bar dove tale normativa viene applicata. Una che ci mette nome e faccia. 

L'emorragia di clienti - Al Bar Reno si sono adeguati subito alle direttive cantonali (a differenza di molti altri esercizi pubblici meno rispettosi dell’ordine). Per rendere più “friendly”, meno inquisitoriale, la novità hanno adottato anche un’App socialpass con cui registrare il passaggio degli avventori. Ma l’emorragia di clientela c’è stata e massiccia dice la gerente Monica Bianchini: «Sono molto delusa - esordisce -. Ci hanno messo nella condizione in cui i clienti non vanno più al bar. Per i ristoranti è diverso, lì i dati vengono già raccolti al momento della prenotazione telefonica, ma chiedere nome e numero di cellulare per bere un caffé o una birra allontana l’avventore».

Quattro amici al bar - Il suo locale, situato a Grumo di Gravesano, al piano terreno di un ristorante, punta sugli aperitivi e le serate: «Il mio è un piccolo bar dove sostanzialmente a partire dalle 5 del pomeriggio vendiamo divertimento. Ora con il distanziamento e le nuove direttive se mi entrano quattro persone devo indirizzarle a quattro tavoli separati». Le novità, oltretutto, suonano doppiamente beffarde per lei che ha investito per mettere il plexiglass al bancone e i separé dove non c’erano le distanze tra tavoli. «A mie spese» tiene a sottolineare Monica. 

La diminuzione degli incassi - Oltre alla raccolta dati, a pesare c’è infatti anche il divieto di consumare in piedi al bancone.  Con ripercussioni molto pesanti sulla cifra d’affari. «Dal giorno dell’entrata in vigore delle nuove norme gli incassi sono diminuiti notevolmente. Le decisioni dell’autorità penalizzano i piccoli locali, mentre per chi fa ristorazione non cambia sostanzialmente nulla. Oltretutto in questo periodo beneficiano dell’effetto traino della selvaggina». È il capriolo che ti fa restare in sella.  

«Noi piccoli, dimenticati» - La gerente conclude con un suggerimento e una critica: «Non ci sarebbe stata tutta questa confusione se le autorità, magari per il tramite di GastroTicino, avessero imposto a tutti gli esercenti un’App di registrazione unica. Per i clienti meno tecnologici? C’è sempre la possibilità di creare un codice QR». Il rimprovero al Consiglio di Stato è invece di non avere fatto distinzione tra esercizi pubblici: «Non hanno considerato gli effetti su locali piccoli come il mio. A questo punto era forse meglio che ci chiudessero, come con le discoteche, per avere così diritto alle indennità. Anche perché non tutti rispettano le direttive, ho visto con i miei occhi locali dove regnava l’anarchia. Tutti in piedi a ballare col bicchiere in mano e i dati mi sono stati chiesti dopo un’ora che ero lì. Dopodiché il cliente, giustamente, ti fa notare che in quel tal locale non ti chiedono nulla. Così non va e il mio pensiero è quello di tanti gerenti».

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COMMENTI
 

pillola rossa 3 anni fa su tio
Ajeje Brazorf

Dorotea 3 anni fa su tio
@Pongo la quarantena è una misura preventiva; se sei positivo (e magari pure asintomatico) e non la fai, peggiori solo le cose. Se invece sei negativo stai appunto facendo della pura e semplice prevenzione. Non lasciare i dati non ti rende immune. Acceso il cervello?

RV50 3 anni fa su tio
IO mi chiedo quale é il problema di dichiarare i le proprie generalità se non ho niente da nascondere ; dopo tutto é una questione che ci potrebbe anche aiutare in caso che nel locale si fosse trovato un positivo, Certe opposizioni io non riesco a comprenderle anche perché la maggior parte di quelli che si rifiutano metto in rete tutta la loro vita e quindi li tutto o posto ....

Pongo 3 anni fa su tio
Risposta a RV50
la gente vuole evitare la quarantena forzata

TheOsage 3 anni fa su tio
Credo che il problema maggiore non siano i dati, ma per i locali piccoli, i pochi posti a sedere. Effettivamente se penso a me, sto andando un poco meno, ma soprattutto perché entri nel Bar sono da solo, mi devo sedere al tavolo, magari da 4 e quindi porto via 3 posti al barista, perché li non può sedersi nessun altro. Mentre prima andavo al bancone. Settimana scorsa mi è capitato eravamo in tre persone sole a bere e ognuno su un tavolo da 4!!! E' chiaro che al Bar mancano posti a sedere.

Gus 3 anni fa su tio
Nel 60% dei bar da ma visitato nelle ultime due settimane o il/la camerire/cameriera o l'addetto al bancone non avevano la mascherina o la portavano sotto il naso. E vi meravigliate che la gente non viene più?

Pongo 3 anni fa su tio
instagram e facebook non mi mettono in quarantena in che lingua bisogna spiegarvelo???

Dorotea 3 anni fa su tio
A parte che alcuni hanno davvero paura di lasciare i propri dati, la quarantena la rischi anche se trovano un positivo sul tuo posto di lavoro, o nella classe dei tuoi figli, o fra i clienti del tuo parrucchiere, o del ristorante nel quale hai cenato... Quindi rinunciare al caffè al bar perché bisogna lasciare dei dati francamente è ridicolo

Pongo 3 anni fa su tio
Risposta a Dorotea
a lavorare devo andarci per forza, al bar se non ci vado ci sto comunque guadagnando

Pongo 3 anni fa su tio
LO VOLETE CAPIRE CHE NON LASCIO I DATI PERCHÈ NON VOGLIO FARE QUARANTENA??? NON HO PAURA CHE MI RUBINO L'IDENTITÀ... accendete il cervello

Nmemo 3 anni fa su tio
E ben inteso, la responsabilità del gestore va estesa alla protezione dei dati personali dei clienti, che non devono apparire su una lista di lettura di tutti gli avventori.

Mag 3 anni fa su tio
Il virus Sars-Cov-2 non si estingue; si può solo sperare che quando te lo prenderai - e stanne CERTO che prima o poi ne entrerai in contatto - questo sarà respinto dal tuo apparato immunitario, con o senza sintomi. Tutte le misure atte a fermare il contagio, sono paragonabili al voler rimanere perfettamente asciutto quando si è sotto un temporale con un ombrello. E' per questo che che l'essere governati da "buffoni" è diventata una certezza. Infatti nessuno parla di fermare il contagio ma di "rallentare" il (sicuro) contagio.

Nmemo 3 anni fa su tio
Si rende conto il gerente che gestisce un esercizio pubblico e non privato? Parimenti, che ha responsabilità di ordine pubblico e, per l’emergenza covid-19, di salute pubblica? L’autorità preposta al controllo degli esercizi pubblici ha sempre lasciato “una corda lunga”, ma è ora che si adottino misure severe per chi contravviene gli obblighi, con sanzioni e al limite con il ritiro della patente al gerente.

Dorotea 3 anni fa su tio
Mi rattrista vedere la prontezza con cui molte persone accampano mille scuse per non fare un piccolo sforzo per il bene comune... Chi evoca la fantomatica lesione delle libertà personali, chi si immagina scenari da controspionaggio (ma credete davvero di essere così importanti da meritare di essere spiati?), chi teme di essere “imprigionato” senza motivo... Le direttive ci sono, magari non saranno simpatiche e perfette, ma sono meglio di niente e la situazione attuale richiede la collaborazione di tutti, fosse anche solo per dare il buon esempio.

seo56 3 anni fa su tio
Forse sarà perché le persone hanno paura di entrare nei bar e ristoranti... perché comunque si veda rimangono luoghi di assembramento. Il caffè lo si può bere tranquillamente in ufficio o a casa.

DebbyZombie 3 anni fa su tio
Lavoro in un grotto e trovo ridicole le persone che non lasciano i loro dati per la “privacy”, seri? Dopo facebook, telefonino e carte di credito mi venite a parlare di privacy? Ridicoli e peggio che peggio quelli che non lasciano i dati per non rischiare di fare la quarantena, certo meglio rischiare di infettare gli altri che stare a casa. Troppa gente se ne frega, ditelo alle persone che hanno perso qualcuno di caro, complimenti se faremo un secondo lockdown sará grazie a voi. 👏🏻👏🏻👏🏻

don lurio 3 anni fa su tio
Sono molto contento da quando lascio le mie generalità ai Bar e ristoranti , ho avito successo diverse cameriere mi hanno invitato a casa loro per una notte...... l'importante é avere disposizioni.....

MrBlack 3 anni fa su tio
Io sono uno di quelli che rinuncia ad andare al bar a queste condizioni rischiando di finire in quarantena per un caffè. Ma se le autorità già hanno imposto il distanziamento dei tavoli ed il divieto di consumare in piedi, perché ora anche il Contact tracing nei bar e ristoranti?

Lucio30 3 anni fa su tio
Il problema non sono le disposizioni ma i clienti che non vogliono registrarsi, perché? Che cosa temono?

Pongo 3 anni fa su tio
Risposta a Lucio30
mah non so tipo di dover stare in quarantena?

Fafner 3 anni fa su tio
Il problema che molti sollevano è il rischiare una quarantena magari per la presenza di un positivo anche magari situato a 20m di distanza dal proprio tavolo, perchè da quel che è dato sapere la distanza tra i tavoli non ha rilevanza, basta la presenza nel locale per decretare la quarantena per tutti i presenti.

Mag 3 anni fa su tio
Risposta a Fafner
Se così fosse, mi si dissiperebbero gli ultimi flebili dubbi sul fatto di essere governati solo da cialtroni buoni a nulla.
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