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CANTONETroppe foto in cella, Losanna dà ragione al carcere

13.10.20 - 06:00
Un detenuto si rifiuta di togliere le foto affisse fuori dallo spazio consentito e si appella al Tribunale federale
Keystone
Troppe foto in cella, Losanna dà ragione al carcere
Un detenuto si rifiuta di togliere le foto affisse fuori dallo spazio consentito e si appella al Tribunale federale
Il direttore Stefano Laffranchini parla del comprensibile desiderio di volere rendere più vivibili le celle, «ma occorre prestare molta attenzione all'aumento del carico di materiale infiammabile».

LUGANO - Si era rifiutato di rimuovere delle fotografie affisse alle pareti e all’armadio della sua cella. E per questo, il 26 ottobre 2019, la direzione del carcere penale della Stampa gli aveva inflitto una multa di 20 franchi, sospendendogli al tempo stesso i benefici di carcerazione connessi al suo regime.

Carta chiama carta - È una vicenda curiosa perché il detenuto ha impugnato la decisione fino alla Corte di diritto penale del Tribunale federale, dopo essersi visto bocciare il reclamo dalla Divisione cantonale della Giustizia e, lo scorso agosto, anche dalla Corte dei reclami penale.

Il rifiuto d'ordine - Tanta carta insomma, fino alla sentenza del giudice di Losanna che, lo scorso 30 settembre, ha dato ragione alla direzione del penitenziario luganese. Il ricorrente non è stato infatti sanzionato disciplinarmente per l’eventuale contenuto sconveniente delle immagini, ma più semplicemente per non aver eseguito l’ordine impartitogli dal personale di custodia. Il Tf parla di ricorso «non motivato in modo sufficiente» e ricorda che per l’affissione di fotografie è riservato un apposito pannello nella cella stessa. 

Il rischio incendio - A spiegarci cosa sta all’origine di una regola che può apparire severa è lo stesso Stefano Laffranchini, direttore delle Strutture Carcerarie Cantonali: «Vi sono persone detenute che devono passare in carcere un lungo periodo ed hanno desiderio di rendere più vivibili le loro celle». A fronte di questo comprensibile voglia di arredo, «d’altra parte - continua Laffranchini - occorre prestare molta attenzione a che nelle celle non aumenti il carico di materiale infiammabile, come ad esempio la carta o altro». 

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