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CITTÀ DEL VATICANOTre guardie svizzero-italiane

04.10.20 - 18:57
Le reclute della Guardia pontificia hanno giurato oggi in Vaticano, in presenza delle famiglie
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Fonte ATS
Tre guardie svizzero-italiane
Le reclute della Guardia pontificia hanno giurato oggi in Vaticano, in presenza delle famiglie

CITTÀ DEL VATICANO - Trentotto reclute delle guardie svizzere hanno prestato giuramento questo pomeriggio in Vaticano. Tra questi, anche tre ticinesi. Causa l'emergenza-Covid, la cerimonia è slittata ad oggi dalla data canonica del 6 maggio, che ricorda l'eroica morte dei 147 soldati elvetici caduti in difesa di papa Clemente VII nel Sacco di Roma (1527).

La cerimonia, trasmessa anche in streaming, si è svolta nel cortile di San Damaso in forma strettamente privata, con solo i familiari più stretti delle guardie, genitori, fratelli e sorelle, e senza la partecipazione di un cantone ospite.

Le guardie hanno indossato la "Gran Gala", cioè l'uniforme di gala comprensiva di armatura, che viene indossata esclusivamente per la benedizione papale "Urbi et Orbi" a Natale e Pasqua. Attualmente i cantoni meglio rappresentati nella Guardia sono il Vallese (17), seguito da San Gallo (16) e Lucerna (12). Le nuove guardie hanno giurato in lingua tedesca (22), francese (12), italiana (3) e in romancio (1).

«Saluto i familiari e gli amici delle guardie svizzere, venuti ad assistere oggi al giuramento delle nuove reclute. E questi ragazzi sono bravi! La Guardia svizzera fa un percorso di vita al servizio della Chiesa, al servizio del Sommo Pontefice. Sono ragazzi bravi che vengono qui per due, tre, quattro anni e più. Vi chiedo un caloroso applauso alla Guardia Svizzera», ha detto papa Francesco, al termine dell'Angelus in Piazza San Pietro.

Al giuramento era invece presente in rappresentanza del pontefice mons. Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato. Dopo il discorso del comandante del Corpo, colonnello Christoph Graf, è stato il cappellano della Guardia, don Thomas Widmer, a leggere per intero il testo del giuramento nelle quattro lingue nazionali.

«Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Sommo Pontefice Francesco e i suoi legittimi successori, come pure di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, ove occorra, anche la vita per la loro difesa. Assumo del pari questi impegni riguardo al Sacro Collegio dei Cardinali per la durata della Sede vacante. Prometto inoltre al Capitano Comandante e agli altri miei Superiori rispetto, fedeltà e ubbidienza. Lo giuro. Che Iddio e i nostri Santi Patroni mi assistano», recita il testo.

Poi i nuovi alabardieri, che secondo le regole devono essere alti almeno 174 centimetri e avere meno di 30 anni, chiamati per nome, si sono fatti avanti e ciascuno, con la mano sinistra sulla bandiera della Guardia e la destra alzata con tre dita aperte, a simbolo della Trinità, ha confermato e giurato a gran voce: «Io, ..., giuro di osservare fedelmente, lealmente e onorevolmente tutto ciò che in questo momento mi è stato letto. Che Dio o i suoi santi mi assistano».

La giornata era iniziata, stamane di buon'ora, con la messa celebrata all'altare della Confessione della Basilica vaticana dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin.

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