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CANTONEPremi 2021: «Loro con le tasche piene, noi bistrattati»

22.09.20 - 22:30
L'esperto di sanità e socialità Bruno Cereghetti: «Un aumento vergognoso che non trova giustificazione»
tipress
Premi 2021: «Loro con le tasche piene, noi bistrattati»
L'esperto di sanità e socialità Bruno Cereghetti: «Un aumento vergognoso che non trova giustificazione»
Quindi l'invito alle Autorità: «Chiedete spiegazioni. O verrà a mancare la fiducia verso chi governa»

LUGANO - I premi aumentano e, ancora una volta, il Ticino riceve la batosta più forte. Neanche a dirlo, il rincaro più elevato toccherà la Svizzera italiana: 2,1 per cento in più a fronte di una media nazionale che registra una crescita dei premi dello 0,5 per cento.

«Fiducia a rischio» - Tanto è bastato per lasciare «allibito» Bruno Cereghetti, esperto di sanità e socialità. Che lungi dal voler ingoiare il boccone amaro, chiede chiarezza: «Adesso vogliamo veramente vedere i dati per capire su cosa è stato costituito questo incremento - sottolinea a caldo -. Altrimenti è la fiducia stessa verso chi governa che verrà a mancare». 

«Schiaffo ingiustificato» - Per l'ex capo dell'Ufficio dell'assicurazione malattia, quella riservata al Ticino è una punizione che non trova nessun alibi. «Uno schiaffo ingiustificato, soprattutto se si guarda agli altri cantoni», aggiunge. Secondo l’esperto, un aumento era sì prevedibile, nonostante i buoni propositi del Consiglio federale e le riserve delle casse malati. «E non è nemmeno esorbitante un 2,1% - spiega -. Ma è vergognoso e inguardabile se paragonato al dato a livello nazionale». 

«Loro con le tasche piene, noi bistrattati» - Inevitabile, per Cereghetti, è una riflessione che guarda alle tasche degli assicuratori: «Hanno parlato di 11 miliardi di riserve. Ci troviamo, oggi, con le casse degli assicuratori che debordano e un cantone, il nostro, bistrattato». Da qui la richiesta di trasparenza: «A questo punto vogliamo vedere i risultati di esercizio di ogni assicurazione malattia su scala nazionale». 

«La pandemia non è una scusa» - Anche perché, per l’esperto, la pandemia in atto non può essere usata come scusa. «Anzi - sottolinea -, nei primi sei mesi del 2020 in Ticino si è assistito a una decrescita dei costi del 5,5% in ragione del fatto che c’è stato un rallentamento generale del sistema sanitario. Le assicurazioni registreranno utili proprio in ragione di questo coronavirus». 

«Il Ticino - conclude Cereghetti - è stato colpito da una situazione gravissima, un lutto epocale. Sono morte 350 persone. Siamo una delle regioni al mondo in cui il tasso di mortalità per Covid è stato tra i più elevati. Questo, tuttavia, contribuirà nel complesso a una minore uscita per gli assicuratori. Parliamo di un risparmio che si aggira attorno ai 30 milioni di franchi solo nel nostro cantone». Da qui la richiesta di un intervento deciso da parte delle Autorità: «Governo cantonale e Parlamento devono intervenire e chiedere spiegazioni. Dobbiamo assolutamente esigere trasparenza».

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