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CANTONE«Giuseppe Buffi era prima di tutto un uomo»

12.09.20 - 12:00
A vent'anni dalla sua scomparsa, oggi a Locarno ha avuto luogo una cerimonia in ricordo dell'ex consigliere di Stato
PLRT
«Giuseppe Buffi era prima di tutto un uomo»
A vent'anni dalla sua scomparsa, oggi a Locarno ha avuto luogo una cerimonia in ricordo dell'ex consigliere di Stato
Una figura a 360 gradi «che va ben oltre il suo impegno per la creazione dell'Università della Svizzera italiana»

LOCARNO - Aveva 62 anni ed era il presidente del Governo ticinese: era il 20 luglio del 2000 quando Giuseppe Buffi perse la vita in un incidente verificatosi nei pressi di Venezia, dove si trovava in vacanza: era al volante di un'auto, quando ha avuto un malore.

Oggi, a vent'anni di distanza dalla sua scomparsa, oltre un centinaio di ospiti hanno ricordato al Palacinema di Locarno la figura dell'ex consigliere di Stato PLRT Buffi: una mattinata di commemorazione contraddistinta dagli interventi di persone che lo hanno conosciuto da vicino e che hanno ripercorso la carriera giornalistica e politica di un personaggio che più di molti altri ha segnato la storia recente del Canton Ticino. Una figura a 360 gradi che va ben oltre il suo impegno per la costituzione dell’Università della Svizzera italiana, come ricordato da Diego Erba, uno dei relatori.

Il presidente Bixio Caprara ha aperto la cerimonia ricordando Buffi come figura poliedrica, ma mossa da costante passione. «Buffi ha avuto ruoli diversi e complementari. Ho sempre visto un filo rosso nel suo essere cittadino attivo. La volontà di essere parte attiva nel contribuire alla riflessione e all’azione, la disponibilità al servizio e al mettersi in gioco, anche quando le situazioni non erano né comode né favorevoli», ha detto Caprara.

Particolarmente toccante e profondo il ricordo della figlia Nina, che ha voluto tracciarne un profilo «nel modo più onesto possibile». «Giuseppe Buffi era prima di tutto un uomo. Un uomo con delle speranze, delle ambizioni e delle paure. Un uomo che come tutti noi ha amato, sbagliato e sofferto», ha spiegato.

Gli interventi, intervallati dagli intermezzi musicali del Conservatorio della Svizzera italiana, sono poi proseguiti con Giovanni Merlini, Diego Erba e Mauro Dell’Ambrogio, che hanno ricordato Giuseppe Buffi come fine tessitore e stratega, nel suo ruolo imprescindibile per lo sviluppo della scuola e della cultura in Ticino e, infine, per il suo apporto decisivo nella creazione dell’Università della Svizzera italiana, nata nel 1996. «Per fare l’università in Ticino ci vollero, più di ogni altra cosa, quelle doti in cui Giuseppe Buffi eccelleva - ha ben riassunto Mauro Dell’Ambrogio - egli si muoveva sapientemente dall’osservazione disincantata di tendenze e contraddizioni della società, che bene descriveva nei suoi scritti, al cogliere con incisività l’occasione propizia. Al senso per l’interesse generale, proprio di ogni politico onesto, univa in sommo grado quello, più raro e sottile, per il consenso necessario all’azione politica, originato più dalle emozioni che dalla razionalità».

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