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CANTONE«È un sedime privato, ma non per farsi giustizia»

04.09.20 - 08:10
L'area di cantiere diventa terreno di scontro tra impresari e sindacati. Ecco cosa dice la legge (e il buonsenso)
Foto Tio/20Minuti
«È un sedime privato, ma non per farsi giustizia»
L'area di cantiere diventa terreno di scontro tra impresari e sindacati. Ecco cosa dice la legge (e il buonsenso)
L'avvocato Costantino Delogu: «I sindacati hanno il diritto, sancito anche dalla Costituzione, di esercitare l'attività sindacale». E aggiunge: «Invitato ad andarsene da un'area privata un sindacalista deve farlo».

LUGANO - C’era un cartello giallo con una scritta nera… E così ti tirano le pietre. È musica degli scorsi giorni in Valle Maggia dove un sindacalista di Unia sarebbe (usiamo il condizionale, ma nessuno ha smentito) stato preso a sassate dal titolare di un'impresa edile in un’area di cantiere. Quest’ultimo, raggiunto da Tio/20Minuti, preferisce non commentare. Ma, a microfoni spenti, dice di sentirsi tranquillo e nel giusto perché il fatto è successo in un’area privata al 100% da dove il sindacalista era stato invitato quattro volte ad uscire. 

L’accaduto ha sollevato un polverone dentro il quale, alla fine, anche la Società degli impresari ha detto la sua. Ferma da parte dell'associazione la censura, «il ricorso alla violenza (verbale e fisica) non è mai una soluzione», ma anche il richiamo all’accertamento dei fatti, la Ssic-Ti si toglie un sassolino con i sindacati: «Va ricordato che l’area di cantiere - sottolinea il comunicato - è, a tutti gli effetti, area privata dell’impresa e che pertanto l’accesso è permesso previa autorizzazione da parte del capo cantiere o del responsabile dell’azienda». È il famoso cartello giallo dell’inizio su cui sta scritto che “L’impresa declina ogni responsabilità”. Che è la linea di difesa dell’impresario.

Ma è davvero così pacifico? L’abbiamo chiesto all’avvocato Costantino Delogu: «Non è proprio così semplice - risponde dal suo studio di Lugano -. Le reazioni sull’accaduto lascerebbero quasi intendere che uno può farsi giustizia da sé, adottando tutte le misure, anche violente, per far sloggiare l’intruso. Ma non è così».

«È vero - continua l’avvocato - che l’area di cantiere è un sedime privato, ma che normalmente fa capo al proprietario che ha dato l’incarico per la costruzione. Parlando però in generale di un’area privata dove è in corso un’attività, in questo caso edile, va ricordato che esiste un contratto collettivo in cui i sindacati sono parte. Sindacati che hanno il diritto, sancito anche dalla Costituzione, di esercitare l’attività sindacale».

Qual è il loro limite di azione? 
«Il sindacalista non deve andare ad interferire o ostacolare l’attività professionale che si sta svolgendo. Occorre trovare il giusto equilibrio tra questi due diritti».

Non deve però passare il messaggio che l’area di cantiere sia un’area franca dove sono legittimate le più turpi cose, giusto?
«Esatto. Sulla questione su cosa significa trovarsi illegittimamente o contro la volontà degli aventi diritto su un’area privata va detto che se un sindacalista viene invitato ad andarsene, lui deve farlo. Sono i principi generali della proprietà privata».

E se non lo fa, pietre?
«Evidentemente no. Si chiama la polizia. Altrimenti avremmo tanti sassi in volo».

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