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CANTONELa pandemia penalizza le lavoratrici, che non ci stanno

28.08.20 - 12:42
La Federazione Associazioni Femminili Ticino Plus si rivolge al Governo per chiedere misure urgenti
TiPress - foto d'archivio
La pandemia penalizza le lavoratrici, che non ci stanno
La Federazione Associazioni Femminili Ticino Plus si rivolge al Governo per chiedere misure urgenti

BELLINZONA - L'effetto della pandemia sul lavoro femminile in Ticino è stato finora devastante. Si sono persi in media, nei vari settori, il 6,6% degli impieghi: il 100% di tutti quelli persi nel cantone. È quanto emerge dalle cifre pubblicate dall’Ufficio federale di statistica. «La situazione in cui versa il lavoro femminile non può più essere ignorata, date le enormi ripercussioni sociali, immediate e future, sul potenziale di sviluppo economico», scrive oggi la Federazione Associazioni Femminili Ticino Plus (FAFTPlus). Che rivolge al Consiglio di Stato un appello affinché «vengano poste in atto con urgenza misure volte ad arginare l'emorragia dei posti di lavoro delle donne ticinesi e a garantire un'inversione di tendenza».

La situazione ticinese, rispetto alla media svizzera, segnava già prima della pandemia un grave ritardo, con una media di occupazione femminile del 52% a fronte dell'80% svizzero, di cui il 50% circa a tempo parziale. Anche le differenze salariali tra uomini e donne sono strutturalmente molto più elevate in Ticino. L’Ufficio federale di statistica ha recentemente rilevato che, tra il 2014 e il 2018, il gap ticinese è addirittura passato dal 21 al 25% per i quadri medi superiori del privato (contro il 19% nazionale); nei ruoli senza funzione di quadro, la differenza salariale in Ticino è del 15%, il doppio di quella nazionale.

Per FAFTPlus «aggiornare le “Cifre della Parità” ogni due anni, senza indagare più attivamente ragioni e soluzioni, non è una risposta nemmeno lontanamente adeguata alle circostanze».

Le richieste al Consiglio di Stato:
- la quantificazione, la misurazione e il monitoraggio del lavoro delle donne in Ticino, se del caso anche prevedendo studi mirati e urgenti, attraverso l'introduzione di criteri di misurazione strutturali all'interno delle statistiche cantonali, al fine di disporre di un quadro statistico disaggregato per età e per sesso, che indaghi le asimmetrie di genere del mercato del lavoro e le dinamiche delle carriere femminili in relazione a formazione e situazione familiare. Nonostante vari appelli di cui FAFTPlus, in particolare, si è fatta portavoce ben prima dell’emergenza sanitaria, le statistiche del mercato del lavoro (e dell’imprenditoria) del nostro Cantone non sono ancora sufficientemente profonde e non offrono una sufficiente disaggregazione per genere.
- che la parità di genere sia posta come obiettivo specifico del Cantone in quanto elemento fondamentale della ripresa post pandemia e dunque porre come priorità, nei processi di elaborazione delle strategie, soprattutto negli interventi di spesa pubblica, l’obiettivo di chiudere i gap di genere contestualmente agli altri obiettivi.
- che siano attivati le competenze femminili e il ruolo delle donne nella ricostruzione. Sollecitiamo a questo fine gli organi di Governo a promuovere attivamente la presenza femminile nei media e nello spazio pubblico, in particolare delle esperte coinvolte nei gruppi di lavoro ai vari livelli, in modo da comunicare implicitamente un nuovo concetto di leadership inclusiva, accelerare il superamento di ruoli stereotipati, avviare la riflessione sul rapporto tra vita privata e vita professionale e tra economia e socialità.

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