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Pochi turisti, ma il mercato non si ferma

BELLINZONAPochi turisti, ma il mercato non si ferma

11.08.20 - 08:05
Carlo Banfi, responsabile del mercato, ci svela i segreti della popolarità dell’appuntamento all'ombra dei castelli
Glamilla
Pochi turisti, ma il mercato non si ferma
Carlo Banfi, responsabile del mercato, ci svela i segreti della popolarità dell’appuntamento all'ombra dei castelli

BELLINZONA - Carlo Banfi, 65 anni, gestisce con passione e dedizione il mercato più famoso del Ticino ed è vicepresidente della Società dei commercianti di Bellinzona. La famiglia Banfi è particolarmente conosciuta per la vendita di frutta e verdura. Carlo rappresenta infatti la quarta generazione dei Banfi che operano con successo dal 1898.

Qual è il bilancio di questi primi due mesi dopo la riapertura post Covid?
«Nonostante gli accorgimenti adottati per attenerci alle direttive cantonali e federali, il bilancio è sicuramente positivo. Tra le bancarelle è presente una distanza di circa 6 metri, cosa che ci ha visto costretti ad allungare il mercato da entrambe le parti per evitare di dover rinunciare a qualche commerciante. In ogni caso, i visitatori stanno apprezzando questa nuova disposizione perché dà più respiro al mercato».

C’è stata una diminuzione del numero di visitatori?
«I mesi più caldi sono giugno e settembre durante i quali, in tempi normali, si possono raggiungere anche i 5000 visitatori. Quest’anno, per ovvie ragioni, il numero si è abbassato soprattutto a causa della mancanza del turista. In realtà nei camping ci sono molti giovani che però comprano meno. Il mercato, invece, attira soprattutto le famiglie. Non ci possiamo comunque lamentare perché i ticinesi hanno accolto calorosamente il ritorno della rassegna cittadina».

L’appuntamento del sabato è ormai una consuetudine per i bellinzonesi. Qual è il suo segreto?
«Sono diversi i fattori che concorrono al suo successo, tra questi la posizione, nel centro storico della città, ma anche il fatto che le bancarelle variopinte siano tutte uguali. Inoltre, il punto forte dell’offerta è il buon assortimento di generi alimentari, molto spesso artigianali. Il prodotto tipico ticinese è particolarmente gradito dalla clientela svizzero tedesca. Il fattore più importante di tutti rimane però lo zoccolo duro, cioè quegli espositori che sono presenti da più di vent’anni e che pertanto possono godere di una clientela fissa».

Il mercato della Turrita conosce una tradizione molto lunga che si è però interrotta nella prima metà del Novecento.
«È vero, l’intuizione di riportarlo a galla è stata di Nino Galli, che nel 1975 presiedeva la Società dei commercianti. Si è iniziato con una trentina di bancarelle, mentre oggi se ne contano ben 120. Tra l’altro, la notte prima del debutto pioveva in maniera spaventosa. Poi fortunatamente è tornato il sereno, abbiamo riaperto e la comunità bellinzonese ha risposto subito benissimo. Sono ormai 46 anni che faccio il mercato e mi auguro di poter festeggiare il cinquantesimo anniversario».

 

Glamilla

«Ho imparato a sorridere con gli occhi» 

BELLINZONA. Dopo lo stop forzato di due mesi gli espositori erano impazienti di tornare a incontrare i propri clienti. Tra questi anche Eveline che vende rose di campo: «La popolazione ha risposto presente alla riapertura di fine maggio. Il mercato di Bellinzona è tradizionalmente molto frequentato, ma ancora non ho visto l’affluenza dei mesi precedenti l’emergenza. Sono comunque contenta, bisogna essere soddisfatti di quel che si ha e non lamentarsi di ciò che potrebbe essere».

Marialuisa, il marito Massimo e la figlia Ilaria riescono a vivere solo di mercato. Oltre che in Ticino sono infatti presenti anche in Svizzera interna. Il mercato della Turrita resta però il più interessante, almeno per quanto riguarda il Ticino: «Da quattro anni siamo presenti a Bellinzona con la nostra bancarella di frutta secca e ci troviamo molto bene. Ci sono molti espositori e, a differenza di altri mercati ticinesi stagionali, si va avanti tutto l’anno».

I prodotti di Marialuisa sono particolarmente apprezzati dagli avventori del mercato anche grazie alla provenienza internazionale: «La nostra frutta arriva da tutto il mondo, tra cui Thailandia, Costa Rica, Turchia, Francia e Italia. Un prodotto che piace molto sono le nostre bacche ricche di vitamine».

Tra i provvedimenti per contenere la diffusione del virus è caldamente raccomandata la mascherina. «Pur non essendo obbligatoria, la polizia ci invita a indossarla soprattutto nel caso in cui si vendano prodotti alimentari», precisa Marialuisa. Il suo utilizzo presenta però alcuni inconvenienti, come sottolinea Eveline: «Avendo il viso coperto, siamo costretti a comunicare con lo sguardo. In questi mesi ho così imparato a sorridere con gli occhi».
S.P.

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COMMENTI
 

Gus 3 anni fa su tio
Perché i Bellinzonesi sono meno cafoni dei Luganesi

Nmemo 3 anni fa su tio
Si sarebbe dovuto indicare qual'è la fascia di popolazione che lo frequenta. Si osservano cultura rispettosa degli altri e cortesia; gli eccessi che accadono negli stessi luoghi, ma ad altre ore, sono banditi perché lì non possono “attecchire”.

santo 3 anni fa su tio
ma davvero?

cle72 3 anni fa su tio
Complimenti a voi. A Lugano invece il nulla. Ricordo il bellissimo corteo della vendemmia, sempre pieno di gente locale e straniera. Ed oggi ci si lamenta. Mai capito perché è stato cancellato.

GI 3 anni fa su tio
Risposta a cle72
fatico a capire il confronto tra un evento settimanale ed uno annuale....di ben altro contenuto..Lugano ha avuto un proprio mercato (ricordo già quello in riva al Cassarate...) finché alla gente non è arrivata la "puzza sotto il naso"....

cle72 3 anni fa su tio
Risposta a GI
Era un esempio, ha ragione una volta anche Lugano aveva il suo mercato. Ma se per colpa di pochi il municipio ha deciso di smantellarlo, siamo a posto. Lugano ha bisogno di questo del suo corteo della vendemmia e molto altro. Finiti i tempi delle vacche grasse, grazie alle banche. Si vogliono i soldi attiriamo i turisti con eventi.
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