L'ex deputato Stojanovic critica l’autorità che ha indicato ai cittadini come segnalare i furbetti della quarantena
Secondo il politologo «si crea una situazione di reciproca diffidenza. Mi auguro che l’invito venga cancellato»
BELLINZONA - È un invito che, secondo alcuni, ha il sapore della delazione. Nel comunicato diffuso ieri il Dipartimento della sanità e della socialità sensibilizza la popolazione sulle quarantene da Covid. E, ad un certo punto, la coinvolge direttamente, scrivendo che «le segnalazioni di privati cittadini in merito a potenziali violazioni di quarantene da parte di terzi sono da indirizzare alla Polizia cantonale ai seguenti contatti: +41 848 25 55 55 o via email a polizia@polca.ti.ch». Precisando inoltre che verranno considerate solo segnalazioni concrete (riportanti i nomi dei presunti autori di violazioni) e referenziate (non anonime).
Non siamo insomma alla delazione selvaggia, ma… l’iniziativa ha fatto sobbalzare il politologo ed ex granconsigliere Nenad Stojanovic che su Facebook ha scritto: «Lo Stato invita di fatto le cittadine e i cittadini a trasformarsi in poliziotti/e, aprendo così un vaso di Pandora molto pericoloso».
In fondo - chiediamo a Stojanovic - si potrebbe vedere in questa richiesta di aiuto un’ammissione di impotenza dello Stato nel controllo del territorio?
«Non la vedo tanto sotto questa luce, dal momento che è evidente che lo Stato non ha i mezzi per controllare queste misure di quarantena e quindi ci si basa sulla responsabilità individuale. Una responsabilità, del resto, sempre invocata al tempo degli inviti a restare a casa o, più di recente, a usare la mascherina. Il punto invece, secondo me, è un altro».
Quale?
«Questo genere di pratiche le conosciamo dagli stati totalitari e autoritari. Avveniva, ad esempio, nella Germania Est dove il vicino spiava la vita degli altri. Per fortuna siamo in una democrazia per cui è permesso al cittadino protestare. Per carità può anche darsi che chi ha lanciato questo invito non abbia fatto tante riflessioni. Spero si tratti di una svista di qualcuno al Dipartimento delle Istituzioni. Ma un fatto del genere non può lasciarci indifferenti».
Per furti o altri crimini è però prassi coinvolgere gli eventuali testimoni...
«Ma un conto è chiedere l’aiuto a chi ha assistito a un reato. Qui siamo nell’ambito di una delle tante misure, giuste o sbagliate che siano, per contenere il virus. Qui si invitano i cittadini a spiare i vicini. Si crea una situazione di reciproca diffidenza e questo in una società è veleno. Mi auguro che l’invito venga cancellato».
Lo Stato sollecita i cittadini a vigilare sul territorio. Lei, ex deputato, nel suo post, sembra invitare i granconsiglieri a controllare lo Stato...
«Beh, è il compito del Legislativo. Non sono più in Gran Consiglio altrimenti già oggi sarebbe partita un’interrogazione».
In fondo è un invito anche questo.