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«Il mercatino? In 40anni sono molto più ricco... umanamente»

MERCATO LUGANO«Il mercatino? In 40anni sono molto più ricco... umanamente»

11.09.20 - 06:00
La storia di Pierluigi Landoni, dall'attività di rigattiere a quella di antiquario.
tio/20min/dg
«Il mercatino? In 40anni sono molto più ricco... umanamente»
La storia di Pierluigi Landoni, dall'attività di rigattiere a quella di antiquario.
Un percorso, quello dell'antiquario ticinese, fatto di una miriade di esperienze: «Resisto per passione più che per guadagno»

LUGANO - Quello di Pierluigi Landoni è un volto noto a Lugano. Chi, in una passeggiata tra le bancarelle del mercatino del sabato, non avrà gettato almeno un’occhiata ai suoi oggetti del passato. Non tutti, però, sanno che quella bancarella c’è da una quarantina d’anni, anche se non è sempre stata lì, in Piazza San Rocco. 

Dal vagabondaggio ai solai - «Sono nato a Viganello e sono cresciuto e ho studiato ad Agno - ci racconta Landoni (per gli amici Pierre) -. Dopo la formazione bancaria ho tentato il lavoro d’ufficio, ma sono durato pochi anni. Ero giovane, e mi sono dato al vagabondaggio. Ho girato per un anno l’Europa».

Tornato in Ticino, all’epoca 20enne, decide che è giunto il momento di mettere su casa. «Ho iniziato a raccattare cose in giro per l'arredamento. La mia attività di rigattiere è iniziata così, per necessità».

Fino all'attività di rigattiere... - Così comincia pure la ricerca nei solai. E spuntano tanti oggetti interessanti. «Ho pensato quindi di portarli al mercato. Anche perché mi è sempre piaciuto il lavoro manuale. Quindi ho iniziato a riparare le cose che trovavo, per poi venderle».

In via Nassa, però, per Pierre non c’è spazio. «Ho cominciato con oggettini d'artigianato. Copiavo un po’ quello che proponevano gli altri. Era la fine degli anni ‘70. Erano di moda gli hippies, le collanine e le cosine di cuoio. Ma non si vendeva molto, anche perché tutti facevano quello. Così ho preferito mettere sul banco cose più accattivanti».

... e di antiquario - A Lugano iniziava il mercato dell’antiquariato. «Ma era fatto da antiquari veri. Presentavano merce anche importante. Riuscire a infilarmi in via Nassa era impossibile, per cui mi accontentai di uno spazio al mercato della frutta e verdura, il martedì». Pierre alla fine ce la fa, e un posto in via Nassa lo trova. «Rimasi lì fino a circa l’84/'85».

Lo stop e la ripartenza - C’è poi lo stop. Durato una decina d’anni. «Tra le varie attività, per procurarmi da vivere, misi in piedi un giornale d’annunci, il “Cerca e trova”. Mi ha tenuto in ballo per dieci anni, per cui ho mollato l’attività del mercato fino alla vendita della testata, nel 1992». 

Grazie alle nuove risorse e i contatti maturati, arriva il momento del salto di qualità. «Decido di rilevare il negozio di un amico, la “Galleria ‘800”, su via Cattedrale. La clientela era poca, quindi mi sposto più in centro, ai palazzi Gargantini, dove sono rimasto fino al 2015. Intanto avevo già ricominciato a fare i mercatini».

Resistere «per passione» - Tra alti e bassi Pierre è ancora lì. Nonostante tutto. «Ci sono stati momenti più favorevoli e altri meno. Oggi si è toccato il fondo. Non c’è più interesse per l’antiquariato. E pensare che una volta arrivavano a Lugano antiquari da Milano e Zurigo per spulciare nei mercatini e trovare oggetti particolari da rivendere. Il settore ora è in crisi profonda». Ciò nonostante qualcosa lo spinge a continuare. «A muovermi è essenzialmente la passione. Sono in pensione dall’anno scorso, ma questo è ciò che faccio da una vita. Mi piace. E poi in magazzino ho ancora tante cose. In molti casi la vendita non mi ripaga nemmeno i costi di riparazione, ma il piacere di mettere cose particolari sul banco c’è sempre». 

Il riciclo - E non manca pure l’attenzione ai cambiamenti negli interessi delle persone: «Mi è sempre piaciuto riciclare oggetti. E vedo che il riciclo intelligente è sempre più apprezzato». 

L’anima del rigattiere, non l’ha mai abbandonato: «Chi fa il mio mestiere lo sa. Siamo un po’ degli accumulatori. A volte vedo un asse di legno abbandonato. Per chiunque sarebbe spazzatura. Io immagino come potrei usarlo, lo raccolgo e lo stipo in magazzino. Poi, magari, passano gli anni e resta lì. Ma questa è la deformazione di chi fa questo mestiere».

Oggetti strani, nella sua vita Pierre ne ha visti tanti. «Alcuni non so nemmeno cosa siano. Allora li porto al mercato sperando di trovare il cliente che svela l’arcano. E capita sempre. Anche a livello culturale e sociale questo lavoro ti restituisce davvero tanto. Oggi, rispetto a 40 anni fa, sono molto più ricco umanamente grazie a questa vita. Della quale non mi sono mai pentito».

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