Effetti collaterali del Covid. Le misure di protezione per l’autista penalizzano una 70enne con problemi motori.
Porte anteriori chiuse. Si sale e si scende solo da quelle posteriori. Ma non sempre il conducente sembra essere paziente. La TPL: «Noi, attenti ai disabili». Inclusione andicap Ticino: «Problema serio».
Solitamente prende il bus a Viganello per recarsi in centro, e viceversa. Ma da quando le autorità hanno deciso che i passeggeri non possono più salire dalla parte anteriore e occupare la prima fila di sedili accanto al conducente, una 70enne luganese con problemi motori ha scelto di starsene a casa. «Perché ho paura – ammette –. So che c’è il tasto blu per le persone con disabilità. Ma mi è capitato spesso che l’autista mi mettesse fretta».
Una questione anche psicologica – Un effetto collaterale del Covid-19. Le norme di sicurezza per tutelare il conducente stanno creando qualche grattacapo ai passeggeri più deboli. «Psicologicamente mi sentivo più protetta nel salire dalla parte anteriore – riprende la 70enne –. Così il conducente mi poteva vedere. Adesso mi sembra di non essere neanche notata. Una volta anche un’altra persona ha reclamato per il modo sbrigativo con cui l’autista voleva farci scendere. È stato triste».
La voce della TPL – Roberto Ferroni, direttore della Trasporti Pubblici Luganesi SA (TPL) appare piuttosto sorpreso. «Non escludo che su 150 nostri collaboratori, la signora abbia avuto la sfortuna di trovare qualcuno che non si sia comportato bene. In generale però siamo molto attenti ai problemi delle persone con disabilità e non solo. Anche, ad esempio, verso le mamme con passeggini, o verso gli anziani».
Un pulsante a molti sconosciuto – Ferroni fa riferimento al classico pulsante blu. Quello che serve per fare capire al conducente che in quella specifica fermata sta per salire o per scendere una persona che necessita di più tempo e di maggiore attenzione. «In molti purtroppo non sanno nemmeno che esiste. E poi si lamentano. Approfittiamo dell'occasione per ricordare alla nostra utenza che c'è questa possibilità importante. Noi, in ogni caso, siamo sempre aperti al dialogo».
Eccezioni solo per gli ipovedenti – La signora in questione, tuttavia, il tasto blu lo conosce bene. «Ci spiace e cercheremo di chiarire la situazione», precisa Ferroni. Ma fino a quando si andrà avanti con la chiusura ermetica della porta anteriore? «Noi sottostiamo alle direttive di Autopostale. Fino a nuovo avviso si continua così. È un modo per proteggere gli autisti, come già esplicitato in passato. Se iniziano ad ammalarsi più autisti, il servizio pubblico rischia problemi seri. Facciamo un'eccezione solo per i passeggeri ipovedenti».
Il parere di "inclusione andicap" – «Il Covid-19 ha stravolto il nostro modo di comportarci – aggiunge Sara Martinetti, portavoce di "inclusione andicap Ticino" –. Con le aziende del trasporto pubblico da anni lavoriamo sul concetto di accoglienza degli utenti con difficoltà da parte del conducente, organizziamo anche un modulo di formazione continua specifico. Oggi le dinamiche sono però cambiate: ora il conducente, per forza di cose, è più isolato».
Disagio – Ci sono, ad esempio, persone che hanno bisogno di parlare con l’autista e di leggerne le labbra, come i sordi o i deboli di udito. «E ora non lo possono fare perché la mascherina è un ostacolo. L'aspetto psicologico è determinante. Se ci mettiamo nei panni della persona con disabilità, possiamo capire quanto possa sentirsi a disagio. Ci sono persone che non escono di casa per paura di prendere i mezzi pubblici. E non è nemmeno colpa di chi li gestisce. È tutto parecchio complesso. Anche per noi al momento è difficile trovare soluzioni. Invitiamo chiunque avesse problemi di accessibilità a causa del nuovo coronavirus a rivolgersi al nostro servizio giuridico per la parità dei diritti».