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CANTONE«Ci vorranno mesi perché il settore degli eventi si riprenda»

18.06.20 - 15:44
Il prossimo 22 giugno è prevista l'iniziativa ”Night of Light” per attirare l'attenzione sulla difficile situazione
Archivio Tipress
«Ci vorranno mesi perché il settore degli eventi si riprenda»
Il prossimo 22 giugno è prevista l'iniziativa ”Night of Light” per attirare l'attenzione sulla difficile situazione

LUGANO - Concerti, festival o spettacoli teatrali, ed eventi aziendali: dallo scorso 16 marzo il settore degli eventi è completamente fermo. E ora fatica a riprendersi, anche considerando che attualmente sono consentiti solo manifestazioni con al massimo trecento persone. «Da un lato è un raggio di speranza, ma le rigide normative fanno sì che, almeno nel settore culturale, gli eventi non siano al momento economicamente sostenibili», come si legge in un comunicato congiunto di diverse associazioni attive nel settore.

Un settore che ora si sente «piantato in asso»: «La soppressione del lavoro ridotto per le persone in posizione analoga a un datore di lavoro e la modifica dell'indennità di perdita di guadagno per i lavoratori indipendenti peggiorano ulteriormente le prospettive degli operatori».

L'intero settore chiede inoltre una maggiore sicurezza di pianificazione per il periodo a partire dal 1. settembre 2020 e la consapevolezza degli orizzonti temporali relativi al futuro degli eventi. «Ci vorranno ancora mesi prima che il settore culturale torni alla normalità. Né la normalità può essere raggiunta tramite una decisione ufficiale, da una settimana all'altra. Nel nostro settore, collegato in rete a livello globale, il tempo necessario per un nuovo inizio richiede dai quattro agli otto mesi».

L'appello... attraverso la luce - Il settore degli eventi si renderà visibile il prossimo 22 giugno dalle 22 a mezzanotte: si tratta di un'iniziativa chiamata “Night of Light”. Le aziende colpite dalla crisi degli eventi e le location per manifestazioni di tutta la Svizzera illumineranno di luce rossa gli edifici della propria sede o, in forma rappresentativa, una struttura della propria regione o città per attirare l'attenzione sulla difficile situazione.

Secondo la statistica federale della cultura, nel 2013 oltre 275'000 persone erano impiegate nel comparto dell'economia culturale e creativa in circa 71'000 aziende. Ciò equivale a oltre il 10,9% di tutte le imprese, laddove la quota di occupati (5,5%) rispetto all'economia complessiva è paragonabile a quella del settore finanziario o turistico. La sola economia culturale e creativa genera un fatturato complessivo di circa 70 miliardi di franchi svizzeri e produce quindi un enorme valore aggiunto diretto e indiretto.

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