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BELLINZONASospeso «per esame» l’acquisto dell'Ex Ospedale di Ravecchia

17.06.20 - 13:11
La Confederazione vorrebbe sfruttare gli spazi per la centralizzazione delle proprie necessità logistiche
tipress
Sospeso «per esame» l’acquisto dell'Ex Ospedale di Ravecchia
La Confederazione vorrebbe sfruttare gli spazi per la centralizzazione delle proprie necessità logistiche
Il tema, viene garantito, resta sul tavolo di Città e Arma Suisse. Il PS: «La cultura non è l'ultima ruota del carro»

BELLINZONA - Si complicano le possibilità di vedere sorgere a Bellinzona una "casa della cultura" negli spazi che ospitavano l'ormai ex Ospedale di Ravecchia.

Nelle scorse settimane la Confederazione – proprietaria dell’edificio – ha comunicato alla Città (che ha avanzato l'intenzione di rilevare lo stabile da Berna per il prezzo di 4,63 milioni di franchi) di avere necessità di trovare a Bellinzona dei locali per la centralizzazione delle proprie necessità logistiche. E in particolare di voler trovare una sistemazione provvisoria per i prossimi 5 anni per la neo costituita Corte di appello del Tribunale penale federale (destinata poi a insediarsi nel rinnovato Pretorio di Viale Franscini) indicando gli spazi dell’ex Ospedale di Ravecchia quale possibile soluzione temporanea.

I competenti Uffici della Confederazione hanno perciò chiesto alla Città di discutere in vista di una soluzione condivisa, nel rispetto delle reciproche esigenze.

Una volta completati gli approfondimenti saranno valutate le diverse opzioni di collaborazione tra Confederazione e Città in relazione alla destinazione dell’immobile. Il tema, viene garantito, resta sul tavolo di Città e Arma Suisse.

Il Municipio, in accordo con la Commissione della gestione e i capi gruppo in Consiglio comunale, informa che il messaggio municipale n. 271 “Acquisto dell’ex Ospedale di Ravecchia” non sarà quindi inserito all’ordine del giorno della prossima seduta di Legislativo in programma il 30 giugno.

«La cultura non è l'ultima ruota del carro» - La richiesta della Confederazione, in pratica, rimette in discussione i contenuti del Messaggio Municipale originario, che prevede l’acquisto dell’intero stabile, da destinare in parte ai necessari nuovi uffici per il Dicastero Opere Pubbliche (DOP) e in parte a spazi dedicati ad attività culturali, sociali e turistiche da definire in seguito.

L'eventualità che si concretizzi un niente di fatto, fa storcere il naso alla sezione del Partito Socialista di Bellinzona, da sempre a favore della realizzazione di un centro culturale negli spazi dell'ex ospedale.

«Ora - segnalano i socialisti -, è fuori dubbio che la Città deve facilitare la Confederazione nel trovare degli spazi confacenti alle necessità del TPF di Bellinzona. Tuttavia non possiamo ancora una volta sacrificare la decennale necessità di disporre di un centro culturale accessibile a tutta la popolazione».  «Il rischio concreto - per il PS - è che il centro culturale non vedrà mai la luce».

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