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CANTONEUn po’ surf, un po’ canoa: il paddle spopola sui laghi ticinesi

08.06.20 - 06:30
Boom di vendite nei negozi e noleggi presi d’assalto. Un’attività sportiva che è sempre più… in voga.
Ti Press
Un po’ surf, un po’ canoa: il paddle spopola sui laghi ticinesi
Boom di vendite nei negozi e noleggi presi d’assalto. Un’attività sportiva che è sempre più… in voga.
Permette di immergersi e di rilassarsi nella natura. Ma attenzione al vento e alle cadute.

LUGANO - In Ticino è scoppiata la paddle mania. Da qualche anno ormai non è raro vedere questa disciplina sportiva - una persona che si regge in piedi su una tavola da surf, aiutandosi con una pagaia per muoversi - sui nostri laghi. Ma quest’estate lo stand up paddle (SUP) - questo il nome preciso - sembra davvero essere sulla cresta dell’onda. L’emergenza coronavirus ha rovinato i piani dei ticinesi, obbligando o comunque spingendo molti a rinunciare alle canoniche ferie al mare. Di conseguenza si cercano delle attività alternative “a km 0”. E una di queste parrebbe essere il paddle.

Tavole andate a ruba - Indizi in questo senso arrivano già da venditori e noleggiatori. Aldi Suisse ha di recente lanciato un’offerta speciale online e le tavole sono andate tutte rapidamente esaurite, come ci ha confermato il portavoce Angelo Geninazzi. «In generale gli stand up paddle si sono già venduti molto bene negli ultimi due anni, motivo per cui quest'anno abbiamo ampliato la gamma e partiamo dal presupposto che la domanda dei clienti sarà elevata», spiega.

Cinque franchi per tutta la stagione - Ma chi vuole provare l’ebbrezza di “camminare sull’acqua” può anche agire in un altro modo. In Ticino sono diverse le località in cui si possono noleggiare le tavole, sia sul Lago Maggiore, sia sul Ceresio. Fra queste c’è anche il Lido comunale di Riva San Vitale, che mette a disposizione degli utenti (per un’ora) alcuni paddle, pagando un contributo unico di 5 franchi a stagione. Non quest'anno però, o almeno non per il momento, visto che l'igienizzazione dei giubbotti crea non pochi grattacapi.

Telefoni che squillano - La richiesta è però alta, come confermano pure dalla poco distante "Batüda". «In molti ci hanno contattato per chiedere informazioni, ma prima di riaprire anche ai non soci aspettiamo di capire meglio quali saranno le regole», spiega il Windsurf Club Riva San Vitale. Anche Yoann Hamonic di "Lugano SUP-Agno" è stato subissato di telefonate. «Abbiamo potuto riaprire la scorsa settimana, nel rispetto di tutte le norme. Il lago è grande, quindi per quanto riguarda le distanze non ci sono problemi», spiega. Scuole, aziende (per il team building) e famiglie con bambini, sono in molti a voler provare questo sport.

Avventura e relax, ma occhio al vento - «Usare queste tavole è piuttosto facile», rileva ancora Yoann Hamonic. Si può esplorare il lago e le sue rive, ma ci si può anche rilassare e godersi la natura. O ancora seguire delle lezioni di yoga galleggiando sull'acqua. Tuttavia un piccolo corso introduttivo è sempre consigliato. «L'estate scorsa ho dovuto recuperare in tutto 12 persone che si sono ritrovate in mezzo al lago e che a causa del vento non riuscivano più a tornare a riva», conclude.

500 infortuni all'anno - Nonostante sia aperta a tutti - l’unica condizione è saper nuotare - l'attività nasconde infatti anche dei rischi. Ogni anno in Svizzera si registrano circa 500 infortuni, mette in guardia la Suva, la maggior parte dovuti a cadute. I "supper" perdono l'equilibrio, urtano contro la tavola o si procurano ferite sott'acqua, sul fondale. Circa la metà delle lesioni riguarda gli arti inferiori, di cui il 12% le ginocchia.

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