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CRESCIANOGiuseppe Russo continuerà a vivere: ecco in che modo

01.07.20 - 06:20
Il giovane ha trascorso 18 anni attaccato alle macchine. Mamma Annabella lancia un progetto in sua memoria.
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Mamma Annabella con l'urna del suo Giuseppe.
Mamma Annabella con l'urna del suo Giuseppe.
Giuseppe Russo continuerà a vivere: ecco in che modo
Il giovane ha trascorso 18 anni attaccato alle macchine. Mamma Annabella lancia un progetto in sua memoria.
Una casa dell'accoglienza, dedicata a tutti quei genitori che hanno un figlio disabile. «E che ogni tanto hanno bisogno di affidare il loro caro a persone fidate, per potere tirare il fiato».

Giuseppe Russo continua a vivere. E non solo perché mamma Annabella ha mantenuto la sua camera, dove oggi riposano le sue ceneri, inalterata. No, la coraggiosa donna di Cresciano (Riviera) ha deciso di lanciare un progetto per realizzare una casa dell'accoglienza dedicata ai genitori con figli disabili. «In modo che ogni tanto possano affidare il loro caro a persone fidate, e che loro possano tirare il fiato». 

Attaccato alle macchine – Per oltre 18 anni, Giuseppe, affetto da una miopatia miotubulare centronucleare, una malattia genetica rara muscolare, aveva vissuto attaccato alle macchine e a un respiratore meccanico. Un'intera esistenza da sdraiato. A occuparsi di lui, alcuni infermieri e soprattutto la mamma. «Io ho sempre fatto il massimo per dare una quotidianità dignitosa a mio figlio. A volte trascurando anche l'altra mia figlia, Desideria, che è sempre stata comprensiva e si è sempre dimostrata meravigliosa». 

Quando subentra la stanchezza – Ma Annabella non lo nasconde. «Non sono stati anni facili. Chi ha un figlio così, va incontro a tanti sacrifici. Io li ho sempre fatti con piacere. Il mio "Pippo" rappresentava la mia priorità. Però a volte subentra la stanchezza, vorresti riposare anche solo per qualche giorno e sai che non puoi. Ecco, io vorrei pensare a tutte quelle persone che si trovano e che si ritroveranno nella mia stessa situazione di genitore».

Il sogno – E così Annabella rispolvera l'Associazione Giuseppe. «L'avevo creata qualche anno fa in onore di mio figlio. Ma poi non avevo il tempo di starci dietro. Perché Giuseppe aveva bisogno di me 24 ore su 24. Adesso che Giuseppe è volato in cielo, ho la possibilità di dare un senso a tutto questo percorso. La trasformerò in fondazione, e in seguito lancerò una raccolta fondi per potere arrivare, un giorno, alla realizzazione di una casa d'accoglienza, così come l'ho sempre sognata». 

Conto alla rovescia – La mamma di Cresciano ha le idee chiare. «Io non sto parlando di un istituto classico. Di quelli ce ne sono già tanti in Ticino e fanno benissimo il loro dovere. Vorrei invece un luogo a cui i famigliari possano affidare la persona cara per potersi poi prendere qualche giorno di vacanza, per ricaricare le batterie e riprendere a dare il massimo nella loro quotidianità. Uno spazio con professionisti in gamba che conoscano bene i ragazzi. Tutto questo è possibile, ce la faremo». 

 

semplicemente, nella sua abitazione di Cresciano (Riviera). 

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