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CANTONE«Una legge sbagliata spalancherà la via all’assistenza»

24.05.20 - 20:00
Gli effetti del coronavirus su un mercato già malato nella lettura di Bruno Cereghetti
Tipress (archivio)
«Una legge sbagliata spalancherà la via all’assistenza»
Gli effetti del coronavirus su un mercato già malato nella lettura di Bruno Cereghetti
L'esperto di sanità e socialità punta il dito contro «le assicurazioni sociali e private che si spalleggiano. Meglio allora il reddito di cittadinanza»

LUGANO - È passato un anno da quando Bruno Cereghetti, esperto di sanità e socialità, ha scagliato il sasso contro il “superpotere” dei periti incaricati dalla stessa Assicurazione per l’invalidità. Colpevoli, a suo dire, di fare «perizie al 100% contro gli assicurati».  

Dodici mesi dopo com’è, gli chiediamo, la situazione?
«Nihil sub sole novi… Nulla è cambiato».

Mutato, però, drammaticamente è il contesto economico. Cosa significherà per chi già annaspava?
«Le conseguenze dirette del coronavirus sull’iter di chi fa domanda d’invalidità sono zero. Del resto è ciò che accade anche per chi resta senza occupazione. Ci troviamo in una situazione di tensione assoluta di mercato, eppure la disoccupazione obbliga comunque a cercare lavoro quando il contesto sappiamo bene quale è».

Per chi invece è confrontato con problemi di salute?
«L’impostazione resta quella di prima. Quando una persona è ritenuta adatta a un tipo di lavoro in attività adeguata, quindi leggera, s’arrangiasse dal profilo della legge svizzera a trovarlo. Perché le contingenze esterne non sono fattori che hanno influenza sull’AI. È la legge, non è nemmeno colpa dei periti...».

Parliamo allora delle responsabilità?
«A livello parlamentare, nessuno, ma davvero nessuno, sinistra classica compresa, solleva questo tema. Di modo che esiste sempre questo concetto teorico del mercato del lavoro, unito all’obbligo di ridurre il danno adeguandosi a una professione anche meno retribuita. Per cui la persona che viene giudicata inabile a fare la professione di prima, comunque può essere, e sovente lo è, giudicata abile nella misura del 100% o quasi a trovarsi un lavoro adeguato».

Con quali conseguenze?
«Sentivo giorni fa una studiosa parlare di una futura recrudescenza dei casi d'invalidità. Beh, forse ciò avverrà per le richieste, ma l’esito non cambierà di una virgola. Piuttosto prevedo che aumenterà il tasso delle persone che finiscono in assistenza. Perché è la legge, purtroppo, a dire che la congiuntura non influenza il settore dell’invalidità. Chi metterà in discussione questa impostazione legislativa?».

Secondo lei?
«Apprezzo la proposta del Movimento per il socialismo quando, di fronte a un sistema che non funziona, propone l’introduzione del reddito di cittadinanza che sottrae l’individuo al passaggio attraverso le varie filiere».

Un reddito slegato dal lavoro è la soluzione?
«Non ne sono concettualmente un fan, perché so che contiene molti elementi non necessariamente positivi. Ma piuttosto che assistere all’attuale spalleggiarsi tra le varie assicurazioni e difendere un sistema, come l’attuale, fondato oltretutto enormi spese amministrative».

Varie assicurazioni in che senso?
«La mia critica tocca anche le assicurazioni d’indennità giornaliera perdita di guadagno che, salvo casi gravissimi, non pagano più per i 720 giorni interi. Dopo sei mesi iniziano a rivedere il caso e dopo otto troveranno il mondo d'indirizzare l’assicurato verso la classica professione facile, che non esiste. Con la conseguenza che le persone finiscono in assistenza a frotte».

Torniamo ai politici. Perché, secondo lei, sono così lontani, così insensibili al tema?
«La mia lettura è che la classe politica attuale non conosce più il concetto di povertà. Perché non l’ha mai vissuta. Magari, con il coronavirus qualcosa cambierà. Anche se chi tocca la miseria non sarà poi in condizione di farsi eleggere».

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COMMENTI
 

Tio1949 3 anni fa su tio
Dai dai ci siamo. Quasi come la penisola °

miba 3 anni fa su tio
Un momento.... Adesso però non mescoliamo il burro con la ferrovia. Innanzi tutto è possibile che l'assicurazione perdita di guadagno anticipi i tempi di annuncio all'AI e questo succede principalmente qualora un'incapacità lavorativa appare presumibilmente duratura prima dei termini di annuncio: questo anticipa un po' i tempi dell'AI per arrivare ad una decisione (ed è nell'interesse dell'assicurato). Anche la questione del 50%/100% è tutta da definire: secondo la giurisprudenza un'incapacità lavorativa del 50% può essere intesa in metà del normale orario lavorativo OPPURE il lavoro al 100% del normale orario lavorativo ma con la metà del carico....

miba 3 anni fa su tio
Risposta a miba
opsss....era la risposta ad albertolupo finita al posto sbagliato. Mi scuso

anndo76 3 anni fa su tio
bhe' che dire..la prova provata che anche l'eccellente sistema di welfare Svizzero ha iniziato , da oltre un decennio, a perdere pezzi. Anche qui, come ovunque, governo, assicurazioni etc, nel caso uno abbia problemi, tendono a rimbalzarsi la gestione economica, con il risultato che ognuno ( stato in primis ) non vuole pagare , figuriamoci aziende e assicurazioni private....

Canis Majoris 3 anni fa su tio
Tutto il sistema economico è marcio. Andrebbe rivisto tutto e totalmente

Evry 3 anni fa su tio
Periti ... AI, conseguenze delle nomina per partitocrazia VERGOGNA

miba 3 anni fa su tio
Salvo casi gravissimi? Sono stupito che un esperto non faccia la distinzione tra copertura LCA (720 giorni) e copertura LAMal (720 giorni durante 900 giorni consecutivi). L'esperto omette poi anche di dire che il presupposto per la richiesta di una rendita AI è l'incapacità lavorativa totale o parziale durante almeno un anno (LAI). Generalmente le assicurazioni indennità per perdita di guadagno obbligano l'assicurato a fare la richiesta AI dopo un anno d'inabilità lavorativa totale e/o parziale e questo perché il sistema sociale in Svizzera è comunque sia uno dei migliori al mondo: nei casi normali una rendita AI subentra quando cessano le prestazioni d'indennità giornaliera (720 giorni, 2 anni), se prima viene fatto il calcolo proporzionale in modo che l'assicurato non percepisca più del 100% del salario AVS assicurato. L'esperto Cereghetti svincola anche abilmente su un punto e cioè i furbetti che prima della scadenza dei 720 giorni riprendono miracolosamente il lavoro per poi riuscire a garantirsi più in la un ulteriore diritto a 720 giorni. Le assicurazioni nei casi di lunga durata hanno il diritto di controllare il caso e per questo fanno capo ai medici di fiducia. Però anche qui l'esperto non entra minimamente nel merito dei certificati à la légère, al l'asseteismo cronico che avviene generalmente proprio nel periodo d'attesa...

Pepperos 3 anni fa su tio
Risposta a miba
Tutto giusto Le aguro che non le capiti mai di entrare in questo labirinto dantesco. A Berna si usa dire: Eine tote Truhe

tip75 3 anni fa su tio
il mondo del lavoro fa schifo, i datori di lavoro ci marciano continuando a prendere gente da fuori, quanto alle assicurazioni non è una novità che cane non mangi cane. abbiamo rovinato un paese che erav splendido e funzionale aderendo alla finta democrazia europea e lasciando privatizzare tutto questa e’ la diretta conseguenza. sempre più ricchi sempre più poveri. quanto alla lamal da quando è stata inventata si è rivelata un nuovo sistema per rubare soldi al cittadino gia impoverito. sicuramente su questo periodo c’è chi ci guadagna e tanto,non solo crisi.

Zarco 3 anni fa su tio
Beh z, da sinistroide ....
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