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CANTONE«Homeworking per chi vive con persone a rischio»

08.05.20 - 14:39
PPD e PS si uniscono per sottoporre al Consiglio di Stato le difficoltà di alcuni collaboratori dell'ente pubblico.
Keystone - foto d'archivio
«Homeworking per chi vive con persone a rischio»
PPD e PS si uniscono per sottoporre al Consiglio di Stato le difficoltà di alcuni collaboratori dell'ente pubblico.
Il sindacato VPOD chiede di favorire il telelavoro anche a chi deve fare lunghi tragitti per recarsi in ufficio

BELLINZONA - Tra i dipendenti cantonali che si ritrovano in difficoltà a dover tornare fisicamente in ufficio non ci sono solo i genitori. È questo il concetto della lettera aperta indirizzata al Consiglio di Stato da Fiorenzo Dadò e Fabrizio Sirica.

In particolare, il presidente cantonale del PPD e il co-presidente del PS attirano l’attenzione del Governo su «quei dipendenti che vivono in casa con persone a rischio, per esempio genitori o parenti che hanno un’età superiore ai 65 anni, presentano una salute precaria o necessitano di un aiuto frequente». In questo momento in cui, per motivi di protezione, non è sempre possibile affidarli a badanti o centri diurni, spesso sono i figli/nipoti a doversene occupare.

«Se per i genitori di bambini piccoli è stata prevista la possibilità di proseguire con il telelavoro, sembra strano che non sia stata estesa questa misura anche a questa particolare fascia di dipendenti altrettanto in difficoltà nell’organizzare la cura della propria famiglia» scrivono Dadò e Sirica.

Al Consiglio di Stato viene pertanto chiesto di «considerare la possibilità di favorire il telelavoro anche per chi vive a stretto contatto con persone a rischio e che necessitano di cure quotidiane».

Il Sindacato VPOD Ticino si unisce alla voce di Dadò e Sirica. «La nuova comunicazione del Consiglio di Stato sulle condizioni di lavoro dei dipendenti cantonali dall'11 maggio 2020 non è purtroppo stata messa in consultazione ai sindacati del personale pubblico» precisa. E chiede pure di accordare il telelavoro (in tutto o in parte) ai dipendenti che devono fare lunghi tragitti con i mezzi pubblici e usufruiscono di un abbonamento TILO.

«Questa modalità di lavoro andrebbe promossa in generale anche per i dipendenti che si muovono con i mezzi privati - aggiunge il VPOD -, nell’ottica di una risposta proattiva all’emergenza climatica».

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