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CANTONERiapertura delle scuole: «Si rischia solo di creare ansia»

29.04.20 - 17:08
I Collegi degli Esperti di Scuola media e dei Consulenti didattici: «Non compromettiamo il lavoro svolto fino ad ora»
tipress (Archivio)
Riapertura delle scuole: «Si rischia solo di creare ansia»
I Collegi degli Esperti di Scuola media e dei Consulenti didattici: «Non compromettiamo il lavoro svolto fino ad ora»

BELLINZONA - La ventilata riattivazione degli spazi scolastici a partire dall’11 maggio 2020, preoccupa le Presidenze congiunte del Collegio Cantonale degli Esperti di Scuola media (CCE) e del Collegio Cantonale dei Consulenti didattici (CCC). Le prime ipotesi trapelate circa le modalità di riapertura appaiono «di difficile attuazione e rischiano di creare ansie eccessive sia nei docenti, sia negli allievi e nelle rispettive famiglie».

I rischi che vengono identificati riguardano l’insegnamento e dell’apprendimento: «Il pericolo maggiore - sottolineano il CCC e CCE - è quello di compromettere in modo importante e senza vantaggi visibili gli sforzi messi in atto in queste settimane nella didattica a distanza. Tale modalità – dopo una fase di messa a regime – garantisce finalmente una routine che ha cominciato a dare i suoi frutti, pur con tutti i suoi limiti, dal profilo didattico come da quello pedagogico e dell’accompagnamento».

L’apertura delle aule scolastiche, con la conseguente messa in atto di un triplo registro pedagogico-didattico – l’insegnamento a distanza, in presenza e l’accudimento –, rischia, secondo i due Collegi «di disperdere ancora di più le preziose forze degli insegnanti e degli allievi, desecurizzandoli».

Un’apertura della scuola come luogo fisico pare, quindi, «avventata quanto controproducente, se non immaginando un dispositivo di fruizione molto mirato dei servizi scolastici per allievi con necessità particolari». «Le motivazioni addotte per giustificare l’opportunità di un rientro generalizzato a scuola in data 11 maggio .- si conclude -, facendo astrazione dai vincoli e dalle opportunità di ordine politico e sociale e dalle diverse letture del dato epidemiologico, non paiono davvero sufficienti a fugare le molte perplessità».

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COMMENTI
 

sedelin 3 anni fa su tio
gli esperti della didattica motivano la loro opinione con un linguaggio professional ed erudito, ma non parlano di pedagogia, non ne tengono alcun conto. sembra che ignorino il bisogno dei ragazzi di socialità reale in antitesi con la "socialità" virtuale, quella che ha effetti collaterali non trascurabili, malsani, come testimonia lollo68 qui sotto. per me tutti a scuola!

lollo68 3 anni fa su tio
Risposta a sedelin
Giusto! Anche le scuole superiori!

Marta 3 anni fa su tio
Riaprire le scuole per 1 mese è solo un pasticcio per tutti. per gli scolari e per gli insegnanti che non sono mucche da mungere. Tutto il lavoro avviato per l'insegnamento on-line doveva continuare e caso mai cogliere l'occasione di approfondirlo dove non si era ancora attuato. In futuro potrà ancora servire, anche senza imposizione da covid-19 o altro.

marco17 3 anni fa su tio
Meglio stare rinchiusi, il cielo potrebbe caderci sulla testa! Accidenti, che popolo di piangina e di cacasotto.

vulpus 3 anni fa su tio
Arrivano notizie da più parti che i bambini non presentano sintomi gravi del covid ,ma porta a una malattia chiamata Kavasaky,che crea problemi di infiammazioni anche serie ai bambini. Arrivano segnalazioni dalle zone dove si è manifestato il covid e diversi pediatri stanno attirando l attenzione sul fatto. Ci pensiamo bene prima di riaprire le scuole sopratutto in Ticino?

marco17 3 anni fa su tio
Risposta a vulpus
C'è anche una malattia che si chiama isteria da coronavirus.

vulpus 3 anni fa su tio
Risposta a marco17
Anche l'isteria è una malattia , ma non ti colpisce i polmoni senza che te ne accorgi. E chi ha propugnato di aprire le scuole a tutti costi, anche contro il parere degli esperti, sicuramente non sarà in prima linea ad assumersi anche una benchè minima responsabilità. Dicevano che era più facile incontrare una miss mondo che prendere il covid. Strano che dopo 2 giorni abbiano completamente cambiato idea. Che fossero tutti ubriachi?

lollo68 3 anni fa su tio
Ma siete sicuri che la didattica a distanza funzioni? Per fortuna non lavoro: un giorno ho aiutato mia figlia in tedesco, poi sono passata all'inglese con un altro figlio ed infine il francese con il più piccolo. I ragazzi non osano chiedere aiuto agli insegnanti perché temono che la loro valutazione diminuisca. Ho 4 computer accesi durante il giorno e c'è chi lavora fino a mezzanotte per finire un compito. Risultato: mal di testa, occhi lucidi, stanchezza e nervosismo. Devo pure fare la poliziotta per controllare se stanno facendo i compiti o altro. Io non percepisco un salario come insegnante!
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