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CANTONE«In futuro test anche a chi ha sintomi e non è a rischio»

20.04.20 - 16:00
Presente anche Marina Carobbio nell'incontro con la stampa: «Ottenere la finestra di crisi a Berna non è stato evidente»
TiPress - foto d'archivio
Presente anche Marina Carobbio nell'incontro con la stampa: «Ottenere la finestra di crisi a Berna non è stato evidente»

 

L’incontro informativo organizzato dal Consiglio di Stato e dallo Stato maggiore cantonale di condotta (SMCC) per informare i ticinesi sulla situazione coronavirus si è tenuto oggi con due "ospiti". Oltre al presidente del Governo ticinese, Christian Vitta, e al medico cantonale Giorgio Merlani (in collegamento via Skype), erano infatti presenti Marina Carobbio e Claudio Franscella.

Due inviti utili per sottolineare la collaborazione che c'è stata e tuttora c'è tra le autorità cantonali e quelle federali, ma anche al suo interno tra Governo e Parlamento. Il presidente del Gran Consiglio ha colto l'occasione anche per spiegare le motivazioni dell'annullamento della seduta del Gran Consiglio prevista il 4-5 maggio, che sta generando qualche malumore (in particolare socialisti e MPS): «Il costo di una seduta extra muros non era giustificabile considerato che non vi erano temi urgenti da trattare».

La presidente della Deputazione ticinese alle Camere federali ha invece ricordato come «ottenere la finestra di crisi a Berna non è stato evidente», ma è il risultato di un dialogo all'interno del cantone e con la Confederazione che ha funzionato e che proseguirà.

Le cifre - Nelle ultime ventiquattro ore i nuovi casi di Covid-19 registrati in Ticino sono 26, per un totale (dal 25 febbraio 2020) di 3'058. Sette gli ultimi decessi contabilizzati, con i morti che toccano le 288 unità. Sale anche il numero dei dimessi dalle strutture sanitarie (621), cinque da ieri. Attualmente in ospedale sono ricoverate 237 persone (dato identico a ieri): 182 in reparto (-1) e 55 in terapia intensiva (+1), di cui 42 intubate.

 

 

 

17:11

La conferenza stampa si è conclusa. Grazie per averla seguita su Tio.ch!

17:11

Quante aziende hanno chiesto di lavorare con più del 50% del personale?

Vitta: «In contemporanea nelle industrie si può avere il 50% del personale. Nell'edilizia invece è diverso, sull'arco della giornata.

Sono circa 20 le aziende che hanno chiesto di poter andare oltre il 50%. Un supplemento di personale di 350 persone nelle 20 aziende. Per quanto riguarda l'edilizia sono 3-4 le autorizzazioni date, per circa 100-110 persone. I passaggi ai valichi questa mattina erano 20'000 circa, un 30% dei passaggi normali».

17:09

C'è chi chiede un coordinamento a livello politico perché "il virus non ha confini".

Vitta: «Già oggi avviene con i vari contatti tra gli attori. Quando c'è un confine istituzionale, valgono delle regole differenziate. Ma restiamo aggiornati anche oltre confine».

17:07

Una domanda da Tio/20minuti: Osservando i dati riguardanti le persone ricoverate  si nota un progressivo calo dei pazienti intubati. Oggi sono 42. Solo dodici giorni fa - ad esempio - erano ancora 64. È possibile avere una statistica più specifica su questi pazienti? Quanti sono stati in totale dall'inizio della pandemia? Quanti fino ad ora sono stati estubati e sono in via di guarigione? Quanti purtroppo non ce l'hanno fatta?

Merlani: «Non sono cifre che ho in mano. Il numero di persone che entrano ed escono dalle cure intense è un continuo, tra chi sta meglio e una parte che decede. Non sono cifre che conosco a memoria».

17:05

Che dire delle mascherine?

Merlani: «è importante che le persone possano lavorare in sicurezza. Dipenderà dal tipo di attività. In alcune situazioni le distanze sono garantite. La mascherina può essere una misura in più in alcune situazioni per proteggersi. Per la popolazione generale la mascherina ha una funzione di protezione perché ci sono meno proiezioni e rischio di infettare altre persone. La Confederazione sta lavorando su questo tema, aspettiamo indicazioni e una disponibilità di mascherine. Non credo si passerà mai attraverso un obbligo».

Vitta: «Si cercano soluzioni per i vari settori in base ai rischi e si emettono le direttive, a livello svizzero. Dovremo abituarci ad avere delle prescrizioni che variano da settore a settore».

17:02

Nelle regioni di confine temono i "contagi di ritorno", soprattutto dai frontalieri.

Merlani: «La salute pubblica e i datori di lavoro, come pure i lavoratori, hanno interesse a proteggersi dal virus, a prescindere che sia frontaliere o ticinese. Ora è prioritario stabilire quali attività riprendere e quali misure mettere in atto. Per lavorare in sicurezza, in un contesto sicuro con materiale di protezione».

17:01

In vista di una seconda ondata, quanti posti letti si renderanno necessari?

Merlani: «Abbiamo analizzato il problema già durante la prima ondata. Tutto il possibile è già stato fatto. Con rapidità e fantasia, vedendo quello che succedeva in Lombardia. Hanno fornito una disponibilità di letti inimmaginabile. Nel frattempo sono stati aggiustati alcuni aspetti, sono stati ricevuti respiratori migliori, ma la disponibilità massima è data dalle persone e dalle competenze del personale sanitario che conosce le patologie e sa gestirle. Ora il numero di letti viene adattato al fabbisogno. Serviranno pochi giorni per raggiungere di nuovo la disponibilità massima. SE aumenteranno i numeri, sarà fondamentare la collaborazione della popolazione ed eventualmente passare di nuovo dalla chiusura di certe attività».

16:58

La Catef ha scritto al Governo per una soluzione urgente sugli affitti. Il modello ginevrino potrebbe piacervi?

Vitta: «Sul tema girano varie ipotesi. Sono valutazioni che faremo».

16:57

Dove il rischio di ammalarsi è più elevato? Ci sono 288 decessi o 191 come indica l'UFSP?

Merlani: «Il Ticino ha deciso di registrare tutti i casi di decesso in maniera attiva, andando a cercare negli ospedali, in casa anziani, negli istituti per invalidi, con un controllo con le onoranze funebri. Ogni caso di decesso viene verificato. Questo a confronto di quanto viene fatto nel resto della Svizzera. L'UFSP registra i formulari che rientrano. Se un medico lo dimentica, non arriva la dichiarazione. A livello federali risultano quindi 191 morti ufficialmente recensiti, ma in realtà sono 288. Questo significa che cerchiamo i contatti, segnalando che c'è una differenza di quasi 100 casi che non sono ancora recensiti.

I casi confermati positivi... la dichiarazione è in base all'indirizzo. Non sappiamo dove si è infettata la persona. Merlani risulterà a Pianezzo, dove abita. Ma sappiamo che probabilmente non l'ho preso a casa mia, ma mentre ero fuori. Il sistema non è in caso di riconoscere dove è avvenuto esattamente il contagio. Cercheremo il contatto attivo con le persone per cercare di capirlo».

16:54

Una domanda da Tio/20minuti: Attualmente quanti tamponi vengono effettuati in un giorno? Non sarebbe auspicabile sottoporre al test anche semplicemente coloro che hanno contatti sociali, al fine di valutare se sono entrati in contatto con il virus?  

Merlani: «Da 25 a 50 casi positivi al giorno, la percentuale è al 20%. Ne vengono effettuati 100-150 al giorno. La capacità del cantone è di oltre 400 test al giorno. Poi ci sono anche laboratori privati. Se ne potrebbero effettuare di più. Ma farlo a chi solo ha contatti sociali non è una modalità adeguata. In futuro ne faremo di più anche a chi ha solo sintomi compatibili. E non solo a chi è a rischio. Per cercare di più la patologia circolante».

16:52

«Il settore turistico non si riprenderà prima dell'estate 2021». È vero?

Vitta: «Sicuramente è uno dei settori più colpiti. Finché ci sarà il virus, le persone vorranno spostarsi meno. Dobbiamo fare in modo che almeno la popolazione svizzera possa sostare in Ticino, il turismo interno. Per poi pensare ad attrarre turisti da fuori. sTiamo lavorando a misure che possano accompagnare la fase di rilascio che dovrà essere per forza fatta a tappe. Bisognerà seguire l'evoluzione della situazione».

16:50

È confermato che i bambini si ammalano raramente e sono scarso vettore di contagio?

Merlani: «Che i bambini si ammalino raramente è un dato conosciuto. Quando si ammalano il decorso è generalmente blando e a volte asintomatico. I decorsi gravi sono rarissimi a livello mondiale. Ci sono anche bambini risultati positivi al tampone, anche se vengono sottoposti meno. Negli adulti durante la fase del picco il 40% era positivo al test, nei bambini il tasso è inferiore al 10%. Difficile dire se si ammalano meno. Per quanto riguarda il contagio, non è ancora possibile rispondere. Bisogna aspettare i risultati degli studi, che non sono ancora stati pubblicati».

16:47

Nelle ultime ventiquattro ore i nuovi casi di Covid-19 registrati in Ticino sono 26, per un totale (dal 25 febbraio 2020) di 3'058. Sette gli ultimi decessi contabilizzati, con i morti che toccano le 288 unità. Sale anche il numero dei dimessi dalle strutture sanitarie (621), cinque da ieri. Attualmente in ospedale sono ricoverate 237 persone (dato identico a ieri): 182 in reparto (-1) e 55 in terapia intensiva (+1), di cui 42 intubate.

16:47

Prende ora la parola Giorgio Merlani: «I morti nelle case anziani da inizio emergenza sono 129 per Covid- 19 e 173 per altri motivi. Si registrano 129 pazienti guariti. 27 sono ospedalizzati. 175 sono positivi nelle case anziani». 

16:45

La finestra di crisi ad oggi non è un freno per la ripresa economica? Sarà rinnovata?

Vitta: «Sul regime che varrà a partire da settimana prossima comunicheremo mercoledì sera».

16:40

Si discute di misure a sostegno di indipendenti, imprese, lavoratori. Ma non serve intervenire sul consumo e il potere di spesa dei cittadini per far ripartire davvero l'economia?

Vitta: «Il consumo funziona se vi è fiducia. Se scende, si tende a consumare meno. Avremo momenti non facili, soprattutto all'inizio. La gente vorrà capire come le cose evolvono. Non dobbiamo dimenticare che una buona parte dell'economia è basata sull'esportazione e questo non dipenderà solo dalle condizioni interne ma da come altri paesi funzioneranno. Dovremo incentivare i cittadini a valorizzare il consumo a km zero, la produzione locale, per limitare i danni e i disagi. Ma bisognerà essere pronti a seguire la fase di rilancio quando le cose volgeranno al meglio. Lo faremo con misure che permetteranno a tutti di affrontarlo nelle condizioni migliori. Aspetto importantissimo sarà l'occupazione, messa sotto pressione». 

16:37

Ieri Camponovo, direttore di Moncucco, ha parlato di un iniziale silenzio delle autorità e di difficoltà di agire. Come commenta il presidente del Consiglio di Stato?

Vitta: «Non entro sugli aspetti sanitari. Ma da parte nostra con il settore sanitario vi è un continuo dialogo costante. L'aspetto principale era riuscire a superare la fase più acuta permettendo al settore sanitario di reggere e prendersi a carico i pazienti evitando immagini come quelle italiane con pazienti nei corridoi. Posso oggi dire che grazie alla professionalità del settore e alle misure tempestive il sistema sanitario è riuscito a reggere. Dobbiamo tutti essere consapevoli che abbiamo superato la fase acuta, ma non è finita la convivenza con il virus. Bisogna mantenere alta la guardia».

16:35

Giorgio Merlani si collegherà anche oggi via Skype... ma ora ha problemi tecnici.

16:34

E aggiunge: «In questo anno presidenziale ho potuto conoscere a fondo il nostro cantone, partecipando a circa 200 eventi. Sono rimasto sorpreso dalla capacità di tendere la mano e mettersi a disposizione. Il Ticino è oggi un cantone sano, propositivo e dal grande potenziale umano. Sono sicuro che riusciremo tutti a superare questo momento».

16:33

«Il Governo deve semplicemente informare il Gran Consiglio in questo periodo - conclude Franscella -. Ringrazio anche i cittadini che ci stanno aiutando a uscire da questa situazione. A chi è in prima linea, ai sanitari, alle cassiere, agli impiegati dei negozi alimentari e di prima necessità, alla polizia, ai tassisti e ai media che stanno svolgendo un compito fondamentale. Invio anche un pensiero ai ticinesi che ci hanno lasciato e alle loro famiglie».

16:31

È stata annullata la seduta del Gran Consiglio prevista il 4 e 5 maggio. Franscella spiega la decisione: «Sembra in controtendenza con l'allentamento delle misure in corso. Abbiamo preso questa decisione dopo aver sentito il medico cantonale. È meglio evitare assembramenti importanti (100 persone). Inoltre non c'erano argomenti urgenti e importanti da trattare. IL costo di una seduta extra muros, non urgente e non indispensabile, è poco giustificabile. Anche in ottica della seduta ordinaria del 25 maggio dove potremo avere all'ordine del giorno anche rapporti importanti, come il finanziamento dei trasporti pubblici e la legge sull'innovazione economica. Comunque le Commissioni possono riprendere a lavorare a Bellinzona, in aule predisposte, in una situazione più adatta. Sono composte da 17 deputati e nelle aule le distanze sociali vengono mantenute. L'ufficio presidenziale ha inoltre deciso che tutti gli atti parlamentari giunti e che giungeranno vengono inoltrati immediatamente al Consiglio di Stato, così che possa procedere con l'evasione in tempo. Abbiamo tenuto conto responsabilmente di tutti gli scenari e abbiamo deciso per il posticipo al 25 maggio. La democrazia non è stata né intaccata né interrotta, ma adattata a una situazione senza precedenti. Non vi è alcun scompenso né mancanze istituzionali. Il Parlamento resta al fianco del Governo».

16:27

«Prendere decisioni non è facile e richiede responsabilità - conclude Franscella -. Ringrazio Governo, SMCC e medico cantonale che ci hanno guidati in questo difficile periodo».

16:26

L'Ufficio presidenziale si è riunito in videoconferenza sei volte (di solito si riunisce una volta al mese), continua Franscella. «Quattro sedute erano pure aperte ai presidenti e ai coordinatori dei partiti presenti in Parlamento. Tutte le informazioni sulle misure di urgenza sono circolate con regolarità e sono state condivise. Il 24 marzo abbiamo preso posizione con il Consiglio federale. Il 9 aprile abbiamo delegato i capigruppo nel gruppo di lavoro per il rilancio del paese. Questa presenza parlamentare permetterà di tenere saldi i legali tra politica e associazioni padronali e sindacali. Gli organi preposti del Parlamento sono sempre stati presenti in questo periodo. Mi preme sottolineare lo sforzo nel fare quadrato attorno al Governo e alle decisioni prese in questa delicata fase. Mai come ora il paese ha bisogno di unione e non di divisione. La nostra popolazione già disorientata a causa del grave problema sanitario deve avere un punto di riferimento unito e coeso, mirando al bene comune, lasciando da parte polemiche e personalismi».

16:23

Prende la parola Claudio Franscella: «Ringrazio per la collaborazione che si è instaurata con Vitta e il Governo. I contatti sono giornalieri, come lo scambio di vedute sulle misure sono costanti. Dimostra l'unità di Governo e Parlamento anche in questo difficile momento. Faccio poi un bilancio dell'attività parlamentare svolta dal 9 marzo, ultima seduta pubblica. Sono cambiati i ritmi e le modalità ma il lavoro è proseguito. Il segretariato è sempre stato attivo. Le Commissioni parlamentari che avevano messaggi impellenti hanno avuto opportunità di lavorare a distanza. io ho avuto contatto con i presidente per essere aggiornato e mi è stato confermato che il lavoro è andato avanti».

16:20

«Da questa crisi ne usciremo diversi. Anche la politica ticinese - continua Carobbio -. Ma affrontare la crisi non vuol dire sacrificare il dibattito democratico. Ci vuole dialogo su come affrontare ogni cosa. Ci si dovrà preparare se i contagi aumenteranno. Anche analizzando criticamente quanto fatto e non fatto, per essere pronti per il futuro. Anche il federalismo svizzero è stato messo alla prova. Ma ne esce rafforzato. È stato possibile trovare situazioni adeguate. In situazioni difficili ci può essere una risposta differenziata».

16:18

Carobbio continua con la spiegazione di quanto fatto dalla Deputazione ticinese alle camere federali: «Le commissioni sono tornate a riunirsi il 6 aprile, per discutere le misure per affrontare l'emergenza. I lavori culmineranno nella sessione straordinaria del 4-8 maggio. Una sessione straordinaria per discutere tutte quelle misure per scongiurare la crisi sociale ed economica e rafforzare gli ammortizzatori sociali. La Deputazione ticinese si incontrerà con il Governo ticinese il 29 aprile. La collaborazione continuerà.

Ci sono ancora questioni aperte poco discusse: i costi infrastrutturali degli ospedali che ricadono sui cantoni e come si rifletteranno i costi della pandemia sui premi cassa malati».

16:16

«Abbiamo avuto contatti regolari e costanti che continueranno anche nelle prossime settimane». Carobbio ringrazia anche i media. «La crisi sanitaria è diversa da tutte quelle vissute dalle generazioni precedenti. È una crisi globale per cui serve una risposta unita. Il nostro cantone è tra i più colpiti. Sono state adottate misure straordinarie e ancora oggi in Ticino ci sono norme più restrittive che nel resto della Svizzera. L'analisi ha permesso di chiedere a Berna la finestra di crisi con la possibilità di interrompere le attività non indispensabili. Ottenere la finestra di crisi non è stato evidente. Per poter affrontare la pandemia si sono trasferite le competenze decisionali al Consiglio federale. Si trattava quindi per il Ticino di far passare l'impostazione che anche in contesto di pandemia, necessitava di misure eccezionali. C'è stato un dialogo importante, costante, tra le autorità cantonali e federali. Già a inizio marzo come Deputazione ticinese abbiamo avuto diversi contatti con le autorità federaii, per renderli attenti sulla situazione particolare del Ticino. Questi contatti sono continuati anche dopo che è stata interrotta la sessione primaverile delle camere il 15 marzo. Io ho avuto numerosi contatti con diversi membri. Un lavoro di squadra che ha superato gli steccati politici. Dopo discussione con il Consiglio di Stato, come Deputazione abbiamo portato avanti richieste specifiche per lavoratori particolarmente toccati. Eravamo anche pronti a inoltrare un atto parlamentare qualora non ci fosse stata una risposta concreta, ad esempio per gli indipendenti».

16:10

Carobbio ringrazia anche il Governo ticinese che ha dovuto prendere, insieme ai partner, delle decisioni imporanti. «Un grazie particolare a Vitta per aver coinvolto la Deputazione ticinese alle camere federali».

16:10

Prende la parola Marina Carobbio: «Inizio anche io con i ringraziamenti. Prima a voi ticinesi che avete affrontato con forza e coraggio la situazione. Dietro i numeri ci sono persone malate e decedute che conosciamo o familiari. Vorrei anche ringraziare chi è al fronte svolgendo lavori essenziali. Abbiamo riscoperto delle professioni importanti. La società non funziona senza di loro. Si tratta di lavori che spesso non sono riconosciuti come dovrebbero né giustamente retribuiti e il più delle volte sono svolti da donne. Lavori che dovranno essere rivalutati anche con misure politiche adeguate. Sarà un tema importante per il dopo-crisi che la politica dovrà affrontare».

16:08

«Anche in questa fase di rilascio dobbiamo continuare a mostrare unità e collaborazione. Su queste radici solide costruiremo il futuro. Dobbiamo mantenere la capacità di dialogo con i diversi livelli istituzionali. Avremo bisogno della costruttiva collaborazione della Deputazione ticinese alle camere federali e del Gran Consiglio. Anche i Comuni avranno un ruolo importante nel processo di rilancio. Sarà indipsensabile la collaoborazione di tutti, compresi i partner sociali. E di ogni cittadino. Uniti riusciremo a ridare slancio al Ticino».

16:06

Vitta continua: «Questa crisi non si esaurisce con la fase più acuta. Ci saranno effetti a lungo termine. Dobbiamo procedere passo dopo passo, continuando a monitorare la situazione e, se caso, intervenendo di nuovo con misure più restrittive. Ma anche dopo la fase acuta bisognerà ricercare la stabilità. Lo dobbiamo a noi, a quanto abbiamo costruito negli anni, al nostro tessuto economico e ai nostri lavoratori. Ma soprattutto ai nostri figli e alle future generazioni».

16:05

Anche la collaborazione con il Parlamento ha funzionato bene. «Il Gran Consiglio ha sostenuto il Consiglio di Stato anche nella settimana di tensione con Berna». Vitta ringrazia tutto il Parlamento e il suo presidente, Claudio Franscella. «Nelle prossime settimane questa collaborazione sarà importante e preziosa».

16:04

Vitta ringrazia la Deputazione ticinese alle camere federali, con la quale «è stato mantenuto un dialogo forte. Abbiamo preso insieme le decisioni incisivi che inizialmente non sono state comprese da Berna. Proprio a loro sono stati trasmessi unità e coesione, che hanno permesso di ottenere una finestra di crisi. Sono sicura che con Marina Carobbio riusciremo anche a collaborare nelle prossime settimane».

16:03

Apre la conferenza stampa Christian Vitta: «Le istituzioni devono essere un punto di riferimento nelle situazioni come quella che stiamo vivendo. Spirito di squadra, unione, solidarietà e collaborazione sono i valori chiave. Sono le radici sulle quali il nostro paese ha fondato la stabilità. Valori ancor più presenti in questo momento difficile. Siatene fieri e orgogliosi. Il supporto e il sostegno più importante ci sono giunti da tutti voi in questi difficili momenti. Abbiamo dovuto far fronte ogni giorni alle urgenze e prendere delle decisioni. Oggi vogliamo evidenziare la collaborazione tra i vari livelli istituzionali».

15:43
15:40
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