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CANTONERiaperture: «I lavoratori vanno coinvolti nel controllo della sicurezza»

17.04.20 - 13:00
L'USS Ticino e Moesa critica «la rapidità e le modalità» decise per la ripresa delle attività
Foto USS-Ticino
Riaperture: «I lavoratori vanno coinvolti nel controllo della sicurezza»
L'USS Ticino e Moesa critica «la rapidità e le modalità» decise per la ripresa delle attività

BELLINZONA - «Nessuno vuole prolungare artificialmente la chiusura delle attività economiche, ma gli imperativi di protezione sanitaria restano prioritari». Le modalità di riapertura annunciate ieri da Berna e dal Governo ticinese non trovano concorde l'Unione sindacale svizzera Ticino e Moesa. L'USS ritiene «insufficienti gli strumenti di controllo statali sull’applicazione delle misure di sicurezza nei vari posti di lavoro e insufficiente il coinvolgimento degli stessi lavoratori e dei sindacati».

In molti settori, prosegue la nota, «il lavoro nel rispetto delle distanze sociali non è semplicemente possibile. Pensiamo a molte fasi produttive dell’industria, dove la presenza di due o tre colleghi, anche per periodi prolungati, è necessaria per assicurare la loro stessa protezione. O ai settori di edilizia e artigianato, dove determinate lavorazioni non possono essere eseguite
singolarmente». L'USS cita anche i trasporti pubblici dove «il rispetto della distanza sociale non è praticamente possibile, tanto più con la prospettata riapertura delle scuole. O ancora il personale delle dogane e delle guardie di confine, pure sotto pressione».

La riapertura delle varie attività, secondo l’USS-Ti dovrà sottostare all'integrazione dei lavoratori i e dei loro sindacati nell’elaborazione, l’applicazione e il controllo delle necessarie misure di sicurezza. L'Unione sindacale svizzera ricorda inoltre che «vanno esentati dalla presenza sul posto di lavoro i dipendenti con problemi sanitari, i dipendenti che assistono delle persone anziane e delle persone con problemi di salute nel proprio nucleo famigliare, i dipendenti che devono occuparsi di ragazzi al di sotto di 15 anni e non hanno alternative di collocamento». 

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