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CANTONEDalle visiere ai "parasputi", l'industria ticinese sull'onda di Plexiglas

20.04.20 - 07:36
Ci attende un mondo schermato e le aziende ticinesi stanno sfornando protezioni a getto continuo
Keystone
Separati in negozio
Separati in negozio
Dalle visiere ai "parasputi", l'industria ticinese sull'onda di Plexiglas
Ci attende un mondo schermato e le aziende ticinesi stanno sfornando protezioni a getto continuo
Dalla Plastiplex che ha concentrato la produzione sugli scudi agli sportelli, alle ditte LaserSign e Gesimar che realizzano visiere trasparenti per consentire a parrucchieri e altri professionisti di tornare al lavoro

VIGANELLO/QUARTINO - Un nemico invisibile si combatte con un materiale altrettanto invisibile, il Plexiglas. In Italia c’è chi ha immaginato di utilizzarlo per fabbricare gabbiotti dove abbronzarsi in spiaggia la prossima estate. Un’esagerazione? Di sicuro ci attende un mondo schermato. E il mercato lo ha capito prima della politica.

Il boom trasparente - Anche in Ticino, dove alla Plastiplex di Viganello il titolare Chato Boffa conferma il boom: «Il plexiglas non era il nostro “core business”, anzi rappresentava il 10%, ma oggi copre la totalità degli ordini». La ditta, coi suoi cinque dipendenti, ora sforna «solo protezioni che abbiamo chiamato “scudoplex”, anche se inizialmente li chiamavano “parasputi” che non era molto bello».

Dal pubblico al privato - Tagliato, piegato, incollato, il plexiglas viene trattato secondo le esigenze dei clienti: «Abbiamo creato uno standard, ma lavoriamo anche su misura. Abbiamo prodotto scudi, ad esempio, per i Puntocittà di Lugano e per altri comuni. Lavoriamo inoltre per l’Eoc. Ma arrivano ordinativi anche dalle aziende».

Separati in ufficio - Per ripartire in sicurezza l’economia avrà sempre più bisogno di questi "schermi": «Per ora stiamo lavorando solo sugli scudi di ricezione clienti, ma abbiamo già fatto le prime offerte per le separazioni tra computer su scrivanie affiancate».

Un materiale diventato prezioso - La sola incognita che pesa sulla produzione è quella dell’approvvigionamento del materiale. Il Plexiglas è infatti un marchio registrato e prodotto dalla tedesca Röhm: «Il blocco della produzione in Germania sta creando difficoltà con gli ordini. E il prezzo aumenta. Noi per ora abbiamo ancora scorte e riusciamo a mantenere i prezzi» dice Boffa.

La visiera per postini e parrucchieri - Anche alla LaserSign di Quartino stanno cavalcando l’onda di plastica. Qui, oltre alle separazioni fisse in plexiglas, il prodotto del momento è una visiera trasparente: «Un prodotto a km zero, made in Quartino, noi realizziamo lo schermo e la vicina selleria Gesimar si occupa delle cuciture dei laccetti» spiega il titolare Adriano Galli. «Le prime richieste ci sono arrivate dagli studi medici, ma ora veniamo contattati anche da giardinieri, parrucchieri e persone che lavorano nella ristorazione. Chiaramente non sostituisce la mascherina, ma è un’ottima protezione per l'intero viso».

Anche la Posta testa - A dimostrazione che l’interesse è molto serio la stessa Posta ha ordinato una ventina di pezzi da testare con i propri dipendenti a Chiasso. «Non abbiamo inventato nulla ma facciamo la nostra parte per far ripartire l’economia - sottolinea Galli -. Lanciando anche il messaggio che occorre iniziare a produrre sul nostro territorio».

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