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CANTONE«Impareremo a convivere con il coronavirus»

15.04.20 - 19:00
Il dottor Christian Garzoni spiega che solo il 10% dei ticinesi lo ha contratto per ora. E continuerà a circolare
TiPress - foto d'archivio
«Impareremo a convivere con il coronavirus»
Il dottor Christian Garzoni spiega che solo il 10% dei ticinesi lo ha contratto per ora. E continuerà a circolare

LUGANO - «Sarà una lunga convivenza quella con il coronavirus». Lo ha dichiarato questa sera Christian Garzoni, direttore sanitario della Clinica Luganese Moncucco, ai microfoni di Radio Ticino. Il medico ha spiegato che il virus «circolerà di più non appena ci sarà un allentamento delle misure. Quindi dobbiamo aspettarci che aumenteranno i casi, sicuramente. E il sistema sanitario farà da “fisarmonica”», con i contagi che aumenteranno e diminuiranno periodicamente.

Oggi, infatti, in Ticino «difficilmente più di una persona su dieci ha contratto il virus». E per arrivare alla cosiddetta "immunità di gregge" «almeno il 60-70% della popolazione nel cantone deve averlo contratto». Insieme ad altri cantoni, quindi, si sta avviando un programma di «mappatura, per capire quante persone sono state contagiate». In ogni caso, il Covid-19 «dovremo lasciarlo circolare - spiega il dottor Garzoni -, in maniera controllata. Impareremo a conviverci». 

Se le misure venissero allentate tutte insieme, si rischierebbe che la curva torni ad alzarsi troppo velocemente. «Anche l'allentamento deve pertanto essere misurato e se dovesse tornare “la tempesta”, dovremo essere pronti a stringere nuovamente con le misure».

E sull'immunità? Il direttore sanitario della Clinica Luganese Moncucco fa un po' di chiarezza in merito ai test sierologici: «Se io oggi avessi un risultato positivo al test, vorrebbe dire che il mio sistema immunitario ha contratto il virus. Ma non è ancora dimostrato che quegli anticorpi che ora ho mi proteggono dal ricontrarre la malattia. Inoltre, non si sa quanto dureranno questi anticorpi, per quanto tempo sarò protetto». Per il dottor Garzoni «la corsa al test sierologico è una falsa corsa». E invita: «Aspettiamo dei dati più sicuri e definitivi».

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