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CANTONE«Distanze sociali? I migranti ammassati nei bunker»

15.04.20 - 13:50
È la denuncia del collettivo R-esistiamo, che chiede la risistemazione delle persone in spazi più ampi
TiPress - foto d'archivio
«Distanze sociali? I migranti ammassati nei bunker»
È la denuncia del collettivo R-esistiamo, che chiede la risistemazione delle persone in spazi più ampi

BELLINZONA - «Stanno svuotando le carceri per riuscire a mantenere le distanze di sicurezza a causa del Covid-19, ma i migranti in “carcere amministrativo” vengono trasferiti e ammassati nel bunker». A parlare della “reclusione migrante” è il collettivo R-esistiamo, che intende denunciare come - a suo modo di vedere - l’emergenza sanitaria non sia valida per tutti.

«In questo periodo di pandemia in Ticino - scrive il collettivo - la gestione dei campi federali e cantonali è incentrata ancora di più sulla reclusione e sull’isolamento delle persone. Questo per non intaccare le procedure d’asilo accelerate in corso. Anche se al momento le deportazioni sono ufficialmente ferme, in questa situazione la SEM può continuare imperterrita a far funzionare la macchina delle espulsioni».

Secondo il collettivo, nel bunker di Camorino ci sono attualmente 20 persone, «costrette a stare tutte insieme». Di giorno nella casetta prefabbricata che si trova all’esterno, con un’unica cugina. Mentre il bagno è all’interno del bunker. I migranti non hanno guanti e mascherine e non ricevono i pasti, ma 10 franchi a testa per fare la spesa. Due volte alla settimana ricevono la visita di un’infermiera («l'unica cosa che può fare è somministrare Dafalgan e ansiolitici»), con la stessa frequenza vengono effettuate le pulizie. Ci sono sempre tre agenti di Securitas a sorvegliare.

A Cadro R-esistiamo segnala tre persone contagiate dal virus. «Tutte le persone (180 ospiti?) sono state obbligate a fare un periodo di quarantena (dal 20 al 30 marzo), con divieto assoluto di uscire, possibilità di qualche ora d’aria di giorno nel piazzale o nel giardino del campo, mascherina obbligatoria per tutti. Gran parte delle 24 ore viene trascorso in quelle che il sito di progettazione definisce “celle” (circa 30) in uno spazio personale insufficiente.I pasti sono preparati all’interno di una cucina da campo e non più nelle cucine e sale da pranzo comuni. Le persone più a rischio non possono uscire dalle stanze».

A Paradiso «le persone, le famiglie e gli adolescenti non accompagnati non possono uscire dal palazzo e dalle proprie abitazioni».

Le persone che erano presenti ad Arbedo sono state smistate negli altri centri e la struttura è stata chiusa.

A Balerna/Novazzano (centro Pasture) il collettivo descrive una situazione in cui «le persone sono divise per etnie e mangiano separatamente, il cibo viene consegnato da una ditta esterna».

Il collettivo R-esistiamo chiede «la chiusura immediata del bunker di Camorino» e, per tutti i centri di accoglienza, «la risistemazione rapida in appartamenti o altre situazioni d'alloggio dove ci sia sufficiente spazio personale, presidi sanitari costanti e assistenza medica, stesse possibilità di uscire e di muoversi date al resto della popolazione, una generale regolarizzazione di tutte le persone nei centri con l'estensione di permessi e di alloggi per tutte e tutti».

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