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CANTONE«Abbiamo toccato il picco, ma non è finita»

06.04.20 - 16:00
Il medico cantonale in conferenza stampa dà buone notizie. Ma non è il momento di allentare le misure.
TiPress - foto d'archivio
Il medico cantonale in conferenza stampa dà buone notizie. Ma non è il momento di allentare le misure.
Ecco il live della conferenza stampa del Cantone.

Come di consueto, è previsto per oggi un incontro informativo con il quale il Consiglio di Stato e lo Stato maggiore cantonale di condotta (SMCC) aggiornano la popolazione sull’evoluzione della situazione Covid-19 in Ticino. 

Sono presenti Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (che questa mattina ha fornito le indicazioni sul proseguimento dell'anno scolastico 2019/2020), il medico cantonale Giorgio Merlani e il Prof. Paolo Ferrari, capo area medica dell'Ente ospedaliero cantonale (EOC) e medico consulente in nefrologia presso l’Ospedale Civico di Lugano.

17:04

La conferenza si è conclusa. Grazie per averla seguita su Tio.ch.

17:04

Cosa deve aspettarsi la popolazione per le prossime settimane?

Merlani: «Il Consiglio di Stato ha preso atto dell'andamneto delle curve e farà le sue valutazioni. Ci troviamo nella situazione straordinaria per la Legge delle epidemiee. In Ticino è particolarmente straordinaria e abbiamo ottenuto deroghe. Quella forse sarà la prima parte: ridurre le misure più restrittive rispetto a quelle della Confederaione. Fino al 19 aprile i giochi sono fatti. Sarà da vedere più in là. Ora è fondamentale mantenere il comportamento che si è seguito adesso. Soprattutto per i gruppi più vulnerabili restare a casa, anche dopo il 19 aprile. Le attività economiche e industriali, ristrette maggiormente in Ticino, verranno probabilmente allineate al resto della Confederazione. Le norme igieniche e sanitarie e le distanze sociali resteranno, così come non tornerà per un certo periodo l'incontrarsi in grandi gruppi e l'andare in giro insieme».

17:01

Valutazione sommativa o formativa? Che significa?

Bertoli: «Per la valutazione finale contano le valutazioni sommative. Sono destinate a decidere della nota di semestre e di fine anno. Noi siamo abituati all'anno scolastico che le somme si tirano alla fine. Le note formative si fanno durante l'anno. Con queste il docente restituisce all'allievo il suo percorso. "Se prendi 4+ alla verifica vuol dire che sei migliorato, ma puoi fare di più per arrivare al 4.5". Serve al dialogo tra docente e allievo».

16:59

Sempre più cittadini si sentono frustrati vedendo i trasgressori. Arrivano foto in redazione a Tio.ch. Basta puntare sulla responsabilità individuale?

Pizolli: «La polizia cerca di fare questo tipo di lavoro. Prima di tutto con l'informazione e il dialogo. Solo con la consapevolezza si può avere un comportamento responsabile. Ma laddove ci sono trasgressioni, si procederà anche con le multe. Il lungo weekend pasquale è un momento in cui la guardia sicuramente non sarà abbassata né dalla polizia né dallo SMCC».

16:58

I guanti monouso proteggono?

Merlani: «Ho visto anche gente in giro per strada con i guanti. Attenzione che se poi non si rispettano le norme il problema viene spostato dalla pelle al guanto. Il guanto in sé non protegge dal virus. Se poi si toccano oggetti o il viso, si trasmette il virus. Dipende come viene utilizzato. È vero che la pulizia è più facile togliendo il guanto, ma anche disinfettandosi bene».

16:56

In Ticino si è già tentato l'uso di plasma di soggetti guariti per curare quelli malati?

Ferrari: «È una terapia già provata in Cina. Proprio oggi abbiamo messo in corso una pratica per chiedere al Comitato etico di poter utilizzare il plasma di chi ha superato il Covid-19 ed è guarito. Speriamo di avere una risposta in fretta per poter mettere a disposizione il plasma dei guariti a disposizione dei malati delle cure intense. Gli anticorpi vengono trasmessi con una trasfusione di plasma nel paziente malato e si spera possa combattere il virus che si sta diffondnendo nel corpo».

16:54

La valutazione formativa è soggettiva. Non temete che verrà contestata a fine anno? Soprattutto se insufficiente?

Bertoli: «Le valutazioni sono in parte soggettive perché emesse dai docenti. Ma la valutazione formativa, per restituire all'allievo la situazione in cui si trova, la sua capacità, aiuta a costruire la valutazione sommativa che è il momento in cui si tirano le somme. Vorrei che si uscisse dall'idea delle medie matematiche. La valutazione tiene conto della prestazione dell'allievo ma anche di tutte le altre questioni come l'atteggiamento. Dipende poi dalla scuola che si sta frequentando».

16:52

Visto che fino al 19 aprile è previsto solo il consolidamento delle competenze, saranno rivalutati gli obiettivi da raggiungere per fine anno?

Bertoli: «Il fatto di non aver potuto seguire il programma porterà a una rimodulazione. Ma dovrà essere recuperata all'inizio dell'anno prossimo».

16:51

Ci sono allievi che disertano le lezioni a distanza?

Bertoli: «Non abbiamo indicazioni in questo senso. Noi abbiamo detto ai docenti di seguire i ragazzi e avere contatti con loro. Soprattutto essere attenti a chi fatica a seguire. Sappiamo che la scuola in presenza permette a tutti di essere accolti».

16:50

Ci sono sempre più casi di persone che impiegano diverse settimane a guarire. 15 giorni di quarantena sono sufficienti?

Ferrari: «Quando si considera un paziente guarito? Vige la regola "10-48". Devono trascorrere almeno 10 giorni da quando si è contratto il virus e 48 ore dagli ultimi sintomi. I pazienti che devono andare in riabilitazione o in convalescenza vengono monitorati. La cura non si può definire così semplicemente, dipende dall'evoluzione del caso».

16:48

In Svizzera interna il numero di ammissioni non Covid-19 è sceso del 50% per paura di contagi in ospedale. Anche qui?

Ferrari: «Sicuramente i casi dei pronto soccorso sono diminuiti anche qua. All'inizio ci aspettavamo un'ondata di presentazioni in PS per paura del coronavirus (chi voleva il tampone o con qualche sintomo). Abbiamo monitorato l'evoluzione. Sin dalla prima settimana di marzo c'è stata una flessione verso il basso dei casi nei pronto soccorso. Una cosa positiva, perché si è limitato il rischio di trasmissione. Alla metà di marzo i casi che si presentavano nei PS dell'EOC erano diminuiti di più del 50%. I casi portati in ambulanza, non Covid-19, c'è stata una leggera flessione ma non in questa misura. Questo ha portato alla diminuzione del numero di ammissioni in ospedale. Soprattutto per quanto riguarda la parte chirurgica, grazie alle misure introdotte».

16:45

Sono previsti corsi di recupero durante l'estate?

Bertoli: «Non sono previsti. Magari qualcosa verrà poi messo in atto. Chi dovrà iniziare un nuovo percorso l'anno prossimo, affronterà una scuola consapevole. Il prossimo anno partirà con qualche peso sulle spalle in più ereditato dall'anno precedente. Le potenziali lacune dovranno essere compensate durante l'anno scolastico. Non è aggiungendo qualche settimana che cambiano le cose. Bisogna continuare a seguire ora, in questo periodo a distanza, quello che la scuola offre e non fermarsi in una specie di semi-vacanza». 

16:43

È il momento di allentare le misure restrittive?

Merlani: «I dati sono incoraggianti. C'è un andamento al ribasso. Le misure hanno avuto il loro effetto. La riflessione è necessaria sotto il profilo sanitario (gli ospedali devono poter vedere nuovi pazienti, anche quelli che non erano urgenze). Ma cominceremo forse ad allinearci con la Confederazione. Poi si vedrà in futuro».

16:42

Per le note si terrà in considerazione quanto fatto fino a marzo. Chi contava di migliorarsi per evitare di bocciare, non ha più possibilità?

Bertoli: «È una domanda importante soprattutto nel post-obbligatorio. È un cruccio sul quale stiamo lavorando. Sappiamo che la fine del primo semestre una parte degli allievi va bene e consolida la sua posizione, ma c'è un buon numero di allievi che sono a metà. Dobbiamo riuscire a organizzare e arrivare presto con delle indicazioni a dare possibilità agli allievi di "tirarsi su", se sono presenti degli elementi oggettivi. Se si potrà, si organizzeranno delle verifiche per aiutare gli allievi che vogliono dimostrare qualcosa».

16:39

Che dire sui prezzi delle mascherine? Ogni farmacia fa i suoi...

Merlani: «Abbiamo visto di tutto su mascherine e disinfettanti. Sembra ci sia la guerra. Quello che è chiaro è che la farmacia ha il diritto di fare un'adeguata ricarica del prezzo del materiale che compra dal grossista. Se è difficilmente reperibile, il farmacista la può rivendere a una ricarica adeguata. Se l'ha comprata a 5 cts e le vende a 10 franchi l'una c'è però un problema. In casi selezionati con prezzi inadeguati è anche possibile fare delle segnalazioni alla polizia».

16:38

Quanti di solito lavorano in settori diversi di quelli che ora lavorano negli ospedali Covid-19? Quanto durano i turni?

Ferrari: «Ci sono persone di altre specialità. Non pediatri o medici di famiglia. Ci vuole personale qualificato. Le competenze delle infermiere di cure intense, ad esempio, vengono acquisite con anni di formazione. Abbiamo dovuto far capo agli anestesisti e agli infermieri di Anestesie. Si è ridotta l'attività di chirurgia che non è salvavita e che permette di gestire gli interventi a mesi di distanza. Questo personale è stato anche in parte attivato per sostenere il lavoro al fronte. Un lavoro pesante che richiede turni impegnativi. C'è una penuria di infermieri di cure intense. Fino a questa settimana i turni erano di 12 ore anziché le regolari 8. La riduzione dei pazienti attuali ci permetterà di dare respiro e un momento di riposo a questo perosnale di cura che potrà tornare a turni di 8 ore. Speriamo di poter mantenere questo regime e  non dover affrontare una seconda grande ondata di malati».

16:35

Gli esami di maturità come avverranno?

Bertoli: «Sono decisioni che si prenderanno in maggio. Ci stiamo lavorando nel Cantone e a livello intercantonale». 

16:34

Le mascherine sono obbligatorie in Lombardia. L'OMS sta rivedendo le indicazioni. Potete fare chiarezza?

Merlani: «Non so se potrò fare chiarezza. C'è confusione a livello internazionale. Ricordiamo che il virus si trasmette come l'influenza. Ogni patologia ha una sua via privilegiata. In questo caso con le "goccioline". Non è il respiro che emetto o che l'altro inala. La trasmissione è tramite secrezioni. Il problema è toccare la superficie, mettere le mani in bocca, nel naso. La trasmissione si contiene lavandosi le mani quasi maniacalmente. La mascherina messa sul viso può ridurre in parte l'emissione di goccioline. Se uno starnutisce con la mascherina, è come se avesse un fazzoletto. Non garantisce che non via sia sparpagliamento di goccioline sulle superfici. Se poi la mascherina si alza e si abbassa, si tocca, non copre il naso... è il peggior modo. Le mani sono costantemente infettate, poi tocco la superficie, stringo la mano a qualcuno e trasmetto il virus. Capisco che la mascherina dia l'idea di protezione, ma la sua capacità di ridurre la contagiosità nella popolazione è dovuta solo al fatto di avere qualcosa sul viso che ricorda alla persona di non toccarsi il viso. Un minimo aiutano, ma il problema è che se si lasciano perdere le altre misure perché si ha la mascherina, si vanifica il potezianle guadagno della mascherina. ê fondamentale anche che le mascherine siano corrette. C'è una circolazione di materiale non di qualità e bisogna fare attenzione.

Siamo onesti. C'è anche un problema di approvvigionamento. Se uno le ha e le vuole usare non è vietato. Ma non si possono sprecare la mascherine, sono definite per priorità. Prima di tutto vengono date ai professionisti della salute, poi alle persone vulnerabile, poi, se ci sono, alla popolazione normale. Se in Svizzera dovessimo usarle tutti, siamo 8 milioni di persone. Per una o due mascherine al giorno. Una riserva di 16 milioni di mascherine, non disponibili sul mercato». 

16:29

Il ritorno in classe sarà normale o a scaglioni per rispettare le distanze sociali?

Bertoli: «La divisione per sezioni, già quando abbiamo chiuso, ha creato confusione. Ci verranno date indicazioni dalle autorità sanitarie sulla distanza in classe, i trasporti scolastici».

16:27

«L'importante è imparare a vivere nel post-Covid19».

16:27

«Dobbiamo pensare a chi è affetto da malattie croniche. È importante che riusciamo a gestire questa situazione dando un messaggio positivo: possiamo far fronte ai futuri malati di Covid-19. Ma dobbiamo mantenere questo stile di vita e dovrebbe dettare il nostro futuro. Ci sono molte discussioni sull'immunità. Si parla di immunità di gregge, vaccino. Ma è presto per dire quante persone ticinesi hanno avuto un contatto con il virus e hanno sviluppato degli anticorpi. Fino a quando non avremo informazioni più dettagliate, sarà difficile dire se abbiamo superato il virus. Le norme di contenimento hanno funzionato, bisognerà capire come gestire la situazione».

16:25

«Ci sarà una vita post Covid-19. Dovremo imparare a mantenere le distanze sociali. Il virus continuerà a circolare tra di noi. Fino a quando non si troverà una cura o un vaccino. Dobbiamo fare in modo che i contagi restano controllati. Ci saranno nuovi casi, continueranno a esserci. Ma potrà riprendere anche un'attività di medicina normale». 

16:23

«A ieri avevano sollecitato le strutture ospedaliere 693 pazienti, di cui 467 ricoverati. Ieri negli ospedali dell'ente c'erano ancora 197 pazienti degenti. Il totale i pazienti che hanno transitato dalle cure intense sono 89. 207 pazienti a ieri erano considerati guariti e sono tornati a casa. Grazie alle misure di contenimento non abbiamo dovuto ospitare pazienti nei corridoi. Abbiamo imparato a conoscere questo virus. Per la popolazione tra i 20 e i 60 anni, su 1'200 casi solo 1 su 10 ha necessitato il ricovero. Meno di uno su 300 in cure intense. Ci sono ancora pazienti ricoverati in questa fascia d'età, ma la maggior parte è tornata a domicilio. Diverso è il discorso per chi ha diabete, ipertensione e malattie polmonari, o gli anziani. Più del 90% dei decessi è avvenuto sopra ai 70 anni».

16:20

Prende la parola il Prof. Paolo Ferrari, capo area medica dell'EOC: «Voglio ringraziare il Governo che ha preso delle misure "strette". Ma anche i cittadini che hanno rispettato la distanza sociale. Il terzo ringraziamento a chi lavora in trincea, negli ospedali Covid-19 di Locarno e di Moncucco. I numeri citati dal medico cantonale vanno contestualizzati. I numeri in Ticino per milione di abitanti siamo a 7'100 casi. In Lombardia sono 5'025. Il Ticino non è stato risparmiato. Ma è importante riconoscere il grande lavoro che è stato fatto negli ospedali per equipaggiarci della capacità di letti. A metà febbraio in Ticino c'erano 52 letti di cure intense. Oggi ne abbiamo 115 per pazienti Covid e ne abbiamo mantenuti più di 20 per chi ha altre malattie».

16:17

«La buona notizia è che siamo riusciti a contenere i contqagi. Ma non è che domani si inizia a grigliare tutti insieme. Dobbiamo muoverci in maniera ordinata, disciplinata e responsabile».

16:17

«Abbiamo visto che tutti insieme ce l'abbiamo fatta. Siamo dei campioni. Oggi ci sono meno malati di ieri e domani ce ne saranno meno di oggi. È l'effetto delle misure. Ora bisogna trovare il sistema di adeguarle. Non dimentichiamoci che il Ticino è stato il più colpito. Adesso potremmo prevedere di adattarci alle misure che vengono messe in atto a livello federale e poi seguire l'andamento senza i nuovi casi impattino eccessivamente sul sistema sanitario».

16:15

«Ora è fondamentale capire due concetti: non ci libereremo molto in fretta dal virus. Nei prossimi mesi saremo chiamati a misurare l'andamento, magari permettere più movimento, ma dall'altra parte anche restringere. È l'unica misura che ha permesso di limitare il contagio. Qualcuno continuerà ad ammalarsi e il rischio di re-infettarsi diventerà progressivamente più piccolo. Fino a quando si troverà un vaccino o una cura. Doremo continuare a giocare d'anticipo, mettendo in atto delle misure».

16:14

Prende ora la parola Giorgio Merlani, medico cantonale: «2'549 casi Covid-19 da inizio crisi. Un aumento di 38 rispetto a ieri. Abbiamo sempre visto che durante il weekend i contagi tendono a calare ma il lunedì di solito recuperano. È la prima volta che per tre giorni di fila abbiamo meno di 100 nuovi casi. Le ospedalizzazioni sono 285, tre meno di ieri. Sono 72 le persone in terapia intensiva (-2), intubate 62. Sono state dimesse in totale 350 persone. Rallenta il numero di pazienti ricoverati. Possiamo dire chiaramente che c'è una inversione di tendenza. Le persone stanno uscendo dall'ospedale più rapidamente di quante ne entrano. Unito al fatto che ci sono meno casi positivi nuovi, conferma che abbiamo toccato il picco e stiamo cominciando a scendere. Ma anche oggi ci sono stati 12 morti. Non è tutto finito e risolto. Il picco raggiunto e superato è artificioso. Le misure prese hanno permesso di diminuire la pressione sulle strutture e contenere il numero di trasmissioni. Ma non è finita. Il virus continua a viaggiare. Se le misure diminuiscono, è inevitabile un ritorno». 

16:10

Il DECS è uscito oggi con le prime direttive. «Volevamo capire dove fosse necessario dare delle indicazioni. La durata dell'anno scolastico è confermata così com'è in tutti i cantoni. È confermato anche li calendario scolastico 2020/2021. Per quanto riguarda le note... le valutazioni formative continuano come prima: i docenti possono sottoporre degli esercizi che danno luogo a una valutazione per capire l'allievo "dove sta". Le valutazioni sommative (le note per passare la classe) sono ferme al 13 marzo. Quello che viene fatto a casa conterà, ma solo in maggio capiremo come proseguire con le note. Le verifiche/i test non ci saranno in questo periodo. Anche l'apprendimento a distanza è concentrato sul consolidamento di quanto fatto a marzo. Dal 20 aprile si potranno introdurre nuovi argomenti (arriveranno nuove direttive) e speriamo di poter rientrare a scuola prima della fine dell'anno scolastico. Il contatto con gli allievi deve essere mantenuto, è uno degli elementi centrali della scuola. Con la tecnologia è possibile mantenerlo e va mantenuto. La scuola farà una vacanza la prossima settimana e tornerà dopo il 19 aprile. Sappiamo che non si potrà riaprire ma il Consiglio federale deve ancora decidere cosa si farà dopo il 19 aprile. Arriveranno altre direttive anche dal DECS.».

16:05

Prende la parole Manuele Bertoli: «Dopo tre settimane e un giorno dalla chiusura delle scuole è il momento di fare un primo bilancio. Le scuole hanno dovuto reinventarsi. Vorrei tornare all'inizio della chiusura, ricordando che la discussione che ci fu era legata al contemporaneo mantenimento di tutte le attività economiche. L'11 marzo si chiuse la scuola post-obbligatoria, il 13 marzo la decisione venne presa per tutte le scuole, dal lunedì. Il giorno successivo sono state chiuse tutte le attività economiche. C'era molta paura. La scuola è quindi passata a questa nuova modalità a distanza, nuova per tutti. Ci sono state parecchie iniziative, molta creatività da parte di docenti, istituti scolastici e direttori delle scuole. Noi abbiamo detto loro di dare libero sfogo alla fantasia all'interno della professione. Oggi il risultato è buono. I dati sono buoni se non molto buoni. Pur sapendo che la scuola a distanza non è la scuola in presenza. Ma è importante che la scuola ci sia e continui ad esserci».

Il direttore del DECS ringrazia professori ma anche genitori, che stanno cercando di fare il meglio per aiutare i figli.

16:01

Ha inizio la conferenza stampa a Palazzo delle Orsoline, a Bellinzona. I giornalisti sono collegati in streaming, con la possibilità di porre domande.

15:24
TiPress - foto d'archivio
15:22