Giovanni Jelmini, ex presidente del PPD, rivendica pubblicamente il proprio gesto di disobbedienza civile
L'ex presidente del PPD: «La scuola è un contesto – e questo è un fatto inconfutabile - dove è impossibile rispettare le norme di condotta suggerite dalle stesse autorità»
«Oggi le mie figlie, di 5° elementare e 4° media, rimangono a casa!!!». A prendere una posizione netta, da genitore preoccupato, è un ex peso massimo della politica ticinese. Smarcandosi dalla linea adottata dal Consiglio di Stato, Giovanni Jelmini, ex presidente del PPD, ha rivendicato pubblicamente il proprio gesto di disobbedienza civile: «Un terzo dei Paesi europei - scrive in un post su Facebook - hanno deciso di chiudere tutte le scuole a causa dell’emergenza Coronavirus. Macron ha dichiarato: "I nostri bambini e i più giovani, secondo il parere degli scienziati, sono coloro che propagano il virus più rapidamente”. Molte aziende ticinesi in questi giorni hanno deciso, responsabilmente, di sospendere la propria attività, evitando rischi ai propri dipendenti. Alle scuole medie di Mendrisio un allievo è stato dichiarato contagiato. Nelle scuole dell’obbligo in generale cresce ogni giorno l’assenza di allievi e docenti. La sanità ticinese si rivolge al Governo chiedendo da giorni l’immediata chiusura delle scuole. La scuola è un contesto – e questo è un fatto inconfutabile - dove è impossibile rispettare le norme di condotta suggerite dalle stesse autorità istituzionali, tanto è vero che sono state chiuse tutte le scuole post obbligatorie».
Fatta la somma di tutte le prese di posizione delle ultime ore, esporsi al contagio? Anche no. «Le mie figlie restano a casa!» sottolinea Jelmini.