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CANTONEI frontalieri sistemati in hotel: «Prezzi di favore»

12.03.20 - 17:33
Calano i turisti, ma arrivano nuovi ospiti a causa del coronavirus. Infermieri e non solo
tipress
I frontalieri sistemati in hotel: «Prezzi di favore»
Calano i turisti, ma arrivano nuovi ospiti a causa del coronavirus. Infermieri e non solo
Gli albergatori: «Facciamo la nostra parte». Ma il settore invoca il soccorso pubblico

LUGANO - È crisi nera negli alberghi ticinesi. Il crollo delle prenotazioni dovuto al Covid-19 rischia di mettere in ginocchio diverse attività. Per fortuna, a sostituire (in parte) i turisti stanno arrivando dei nuovi ospiti: i lavoratori frontalieri in fuga dal Covid-19.

Il fenomeno è iniziato domenica, con l'estensione della "zona rossa" a tutta la Lombardia. «Molti alberghi sono stati contattati da aziende ed enti pubblici o privati per riservare delle stanze per i loro collaboratori d'oltre confine» spiega il presidente di Hotelleriesuisse Ticino Federico Haas, proprietario dell'hotel Delfino di Lugano. «Ci sono molte richieste ma la situazione è in evoluzione». 

Ad accaparrarsi le prime camere sono, per ora, soprattutto i dipendenti delle strutture socio-sanitarie. Come i collaboratori degli Istituti sociali della Città di Lugano: i frontalieri (una cinquantina su oltre 600 dipendenti) sono stati sollecitati a prendere alloggio in Ticino.

«Si tratta di una misura volta garantire in futuro lo svolgimento del servizio in completa sicurezza» spiega il direttore Paolo Pezzoli. «Abbiamo sistemato una parte del personale non residente in appartamenti di vacanza e una parte in camere d'albergo».

Anche l'Eoc ha riservato un certo numero di camere d'albergo per il personale frontaliero. «Le camere sono a disposizione dei dipendenti che desiderano fermarsi in Ticino, non vi è al momento un obbligo a fermarsi» precisano dalla direzione. I frontalieri impiegati dall'Eoc sono oltre 600, circa l'11 per cento del personale. Senza di essi - ha ribadito più volte l'Ente - non sarebbe possibile fornire un servizio capillare sul territorio.

A questo bacino di nuovi potenziali clienti, potrebbero aggiungersene altri. «Assistiamo a un forte interessamento anche da parte dell'industria e dell'edilizia. Soprattutto le strutture dalle tre stelle in giù stanno ricevendo moltissime richieste» spiega Haas di Hotelleriesuisse. Non è detto però che le chiamate si trasformino in pernottamenti. «Le aziende sono in attesa di capire se ci sarà o meno un blocco delle attività produttive».

Intanto il sindacato Ocst ha già denunciato i primi casi di abusi da parte dei datori di lavoro. Aziende che avrebbero chiesto ai dipendenti di contribuire al conto dell'hotel. Addirittura qualcuno sarebbe stato invitato a dormire su una brandina in magazzino. 

La colpa in ogni caso non è degli albergatori. Che anzi stanno «facendo la loro parte per venire incontro all'economia» sottolinea Haas. «In questo momento all'interno dell'organizzazione abbiamo concordato dei prezzi medi, per sostenere le aziende del territorio in un momento difficile». Niente speculazioni come per le mascherine, per intendersi. «Al contrario. Molti lavorano a prezzo di costo. Giusto per poter pagare i nostri, di dipendenti». 

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