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CANTONE«Il Ticino ha investito troppo sui lavoratori frontalieri»

11.03.20 - 08:24
L'organizzazione TiSin invita a trarre un insegnamento dalla crisi dovuta all'epidemia del nuovo coronavirus
Archivio Tipress
«Il Ticino ha investito troppo sui lavoratori frontalieri»
L'organizzazione TiSin invita a trarre un insegnamento dalla crisi dovuta all'epidemia del nuovo coronavirus

LUGANO - Per fare fronte all'emergenza coronavirus, tutta l'Italia è stata dichiarata “zona protetta”. E gli spostamenti sono stati limitati. Al momento i lavoratori frontalieri possono però ancora entrare in Svizzera. Ma non mancano i datori di lavoro che corrono ai ripari, chiedendo ai dipendenti provenienti da oltre confine di pernottare sul nostro territorio. Il timore è un'ulteriore stretta sui provvedimenti anti-crisi.

Una situazione sulla quale si esprime anche TiSin, l'organizzazione per il lavoro in Ticino: «L'avvento del virus Covid-19 ha reso chiaro, anche a chi forse non voleva capire, che il Ticino ha investito troppo sul lavoro dei frontalieri. Troppi rami della nostra economia dipendono da lavoratori di uno Stato estero che impedisce, in situazioni di crisi come queste, scelte di buonsenso per la tutela della salute pubblica» si legge in una nota.

L'organizzazione sottolinea che in passato il personale residente è stato sostituito «per effetto dumping». E che gli operatori sanitari sono stati cercati all'estero, perché in Ticino non si trovavano «con facilità». Ma ora l'Ente ospedaliero cantonale è alla ricerca di personale sociosanitario residente. «Lo stesso personale ritenuto, solo qualche settimana fa, introvabile sul nostro territorio».

«Non lasceremo che i lavoratori del settore sociosanitario residenti siano usati à la carte. Non permetteremo che i nostri disoccupati vengano sfruttati come meri tappabuchi. Inadeguati fino a ieri, improvvisamente utili oggi. Saremo al loro fianco in questo delicato momento nel quale è richiesto un sacrificio» conclude l'organizzazione, auspicando che «il mercato del lavoro ticinese torni nelle mani dei residenti».

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