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CANTONELavorare da casa, l'indagine Aiti: «Metà delle imprese lo sta già facendo»

27.02.20 - 19:33
Telelavoro "coatto" per evitare contagi. La lista delle aziende si allunga. L'indagine Aiti
tipress
La sede della Schindler a Locarno. Tra le prime aziende a introdurre la misura
La sede della Schindler a Locarno. Tra le prime aziende a introdurre la misura
Lavorare da casa, l'indagine Aiti: «Metà delle imprese lo sta già facendo»
Telelavoro "coatto" per evitare contagi. La lista delle aziende si allunga. L'indagine Aiti
«Cosa fare in caso di un dipendente contagiato?». Le richieste delle industrie della Svizzera italiana all'associazione di categoria. Il direttore Stefano Modenini: «Il Cantone faccia chiarezza»

LUGANO - I contagi da coronavirus aumentano in Svizzera. E il mondo delle imprese reagisce in ordine sparso. C'è chi ha già iniziato a distaccare alcuni dipendenti a domicilio, attivando una sorta di telelavoro d'emergenza. 

Schindler, Vf International, Casale, Dxt Commodity: la lista si allunga di giorno in giorno. Suscitando qualche preoccupazione nei lavoratori coinvolti e nel sindacato. Ma le prime a preoccuparsi sono le aziende stesse. 

«È una fase incerta e stiamo tastando il terreno» spiega a tio.ch/20minuti Stefano Modenini, direttore dell'Aiti. L'Associazione delle Industrie Ticinesi ha lanciato ieri un'indagine tra i propri iscritti, per capire come stanno preparandosi a una possibile epidemia. 

Su 205 aziende associate, questa mattina hanno risposto in 35. Di queste circa la metà, una quindicina, hanno affermato di avere introdotto il lavoro da casa per una parte o tutti i propri dipendenti «come forma di prevenzione».   

La misura «riguarda attività non produttive, quindi i settori dell'amministrazione, progettazione e vendita» precisa il direttore di Aiti. «Non abbiamo notizie per ora di realtà che abbiano fermato la produzione». 

L'eventualità però non è da escludere. Specie qualora un'azienda debba trovarci confrontata con il caso di un dipendente contagiato. «Le imprese sono preoccupate e vogliono sapere come comportarsi in caso un'eventualità del genere si concretizzi» conclude Modenini. «Su questo chiediamo al Cantone di fare chiarezza al più presto. Non parliamo di lavarsi le mani o cose del genere. Le aziende devono pianificare le proprie attività». 

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