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LUGANOCoronavirus: frontalieri (e non solo) preoccupati per il salario

27.02.20 - 12:27
Alcune aziende in Ticino hanno iniziato a mettere "in isolamento" i lavoratori. Unia: «Diverse sollecitazioni»
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Coronavirus: frontalieri (e non solo) preoccupati per il salario
Alcune aziende in Ticino hanno iniziato a mettere "in isolamento" i lavoratori. Unia: «Diverse sollecitazioni»
Schindler, Vf international, Distec: chi può ricorre al telelavoro. E gli altri? Giangiorgio Gargantini: attendiamo informazioni dal governo.

LUGANO - L'ultima in ordine di tempo è la Dxt Commodity, azienda di trading luganese. Avrebbe messo in "isolamento" a domicilio una trentina di dipendenti frontalieri, per non rischiare contagi in ufficio. Ed è in buona compagnia. Nei giorni scorsi la Schindler di Locarno, Vf International di Stabio, la Distec di Disentis hanno preso provvedimenti simili.  

Fare lavorare i dipendenti da casa, se possibile. Altrimenti, lasciarli a casa e basta (ma pagati). Sono alcune delle opzioni che si trovano davanti le aziende ticinesi al tempo del coronavirus. Alcune hanno già intrapreso il passo, molte altre «lo stanno valutando» spiega a tio.ch/20minuti Giangiorgio Gargantini di Unia. Il sindacato «è stato contattato in questi giorni da diversi lavoratori in cerca di informazioni».

Chi è già stato "distaccato" a domicilio, chi è preoccupato perché «in azienda se ne sta discutendo». Le situazioni che più impensieriscono Unia sono «quelle in cui il lavoro a distanza non è possibile e dunque interi reparti produttivi rischiano di chiudere temporaneamente». 

Insomma la situazione non è così tranquilla. E non riguarda soltanto i frontalieri. «Nelle realtà dove i provvedimenti sono già stati adottati, questi hanno riguardato sia i frontalieri che i residenti» osserva il segretario di Unia. «Gli scenari sono molteplici e in continua evoluzione. Quello che diciamo a tutti è che, in ogni caso, a meno che il lavoratore prenda autonomamente l'iniziativa di non recarsi al lavoro, il salario deve essere garantito». 

Il Cantone ha chiarito ieri in conferenza stampa che la scelta spetta alle aziende. Un'informativa sul protocollo da seguire dovrebbe essere comunque fornita dal Cantone. «La attendiamo con interesse» chiosa Gargantini.  

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