La trappola delle cauzioni per ottenere denaro che non arriverà mai.
La storia di una donna che ha versato duemila franchi per ottenere un finanziamento di ventimila che non ha mai visto
LUGANO - LUGANO - Sul terreno fertile dell’indebitamento germoglia rigoglioso l’inganno. Notizia di pochi giorni fa un ticinese su cinque dichiara un arretrato di pagamento. Per chi ne ha molteplici il rischio di diventare vittima di un raggiro è reale. «Avevamo l’affitto e altre fatture scoperte - racconta A. L. a Tio/20Minuti -. Mia madre ha creduto di metterci una pezza chiedendo un prestito unico di 20mila franchi».
«Sofort und unkompliziert» - In rete, ad inizio gennaio, la donna trova una società con sede a Wohlen (Canton Argovia), la Avan Suisse Gmbh. Promettono aiuto immediato e senza complicazioni, «sofort und unkompliziert». In effetti, continua A. L., «a convincere mia madre era il fatto che non volessero documenti particolari, come l’estratto delle esecuzioni o le buste paga».
Il salvagente di piombo - La prima sorpresa si materializza quasi subito dopo aver inviato le poche carte necessarie. «Ci hanno scritto che avremmo dovuto pagare 800 franchi per aprire la pratica». È il primo segnale che i ruoli si stanno ribaltando con il debitore che diventa… prestatore di denaro a fondo perso. «Già dal principio avevo qualche dubbio, ma la società era iscritta nel registro di commercio. Ci siamo fidate e abbiamo pagato».
«Lo facciamo per lei» - Del prestito di 20mila franchi però neanche l’ombra. Per lettera si materializza anzi la Concadas Gmbh di Freienbach nel Canton Svitto, anche loro presenti con un sito dove si garantisce una “soluzione finanziaria pronta all’uso. Wir machen das für Sie”. Lo facciamo per lei: «È entrata in scena quest’altra società con un contratto di rateizzazione. In una minuscola clausola c’era scritto che poteva essere chiesta una piccola cauzione in garanzia. Infatti, una volta firmato, riceviamo una fattura di 1'200 franchi».
Abbagliati dalle parole - Le donne versano anche questi soldi: «Convinte, una volta rimborsato il prestito, di rivedere la cifra». Invece i 20mila franchi pattuiti neanche stavolta arrivano sul conto: «L’ultima volta che mia madre, tre settimane fa, ha chiamato la Concadas è stata presa in giro. Le dicevano che non c’entravano nulla e che doveva chiamare la Avan. Che però, nel frattempo, ci aveva chiesto altri 800 franchi».
La denuncia in Procura - Per sottrarsi alla spirale e cercare di riavere indietro i 2’000 franchi versati le due donne si sono rivolte ad un servizio giuridico e hanno sporto denuncia al Ministero Pubblico: «A voce ci hanno detto che ci sono buone possibilità di riavere il denaro». Meno ottimistica la Centrale svizzera dei reclami che sul proprio sito (www.reklamationszentrale.ch) mette in guarda da tutta una serie di finanziatori farlocchi (“Fake Finanzsanierern”). Scontato precisare che nel lungo e mutevole elenco dei “cattivi” - una settantina di nomi - troviamo anche Avan Suisse e Concadas.