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CANTONEIl pronto soccorso riduce l'attesa con il “fast track”

05.02.20 - 19:38
Al Civico un nuovo protocollo che valorizza il ruolo del personale infermieristico permette una presa in carico più rapida dei pazienti non critici
Archivio Tipress
Il pronto soccorso riduce l'attesa con il “fast track”
Al Civico un nuovo protocollo che valorizza il ruolo del personale infermieristico permette una presa in carico più rapida dei pazienti non critici

LUGANO - Al pronto soccorso per una frattura alla caviglia? L’attesa, si sa, può essere lunga. In particolare se si tratta di un weekend o di un periodo di vacanza. Ma ora la situazione sta cambiando grazie al “fast track”, una sorta di corsia preferenziale in cui la presa in carico dei pazienti non critici avviene direttamente da parte del personale infermieristico. Con una conseguente riduzione dei tempi d’attesa.

Si tratta di un percorso agevolato introdotto la scorsa estate all’Ospedale Civico di Lugano (dapprima per una fase sperimentale di tre mesi, poi da ottobre in via definitiva) e che in effetti valorizza il ruolo dell’infermiere. «Il protocollo fornisce all’infermiere di triage uno strumento per una valutazione rapida e un’anticipazione della diagnostica in pazienti con trauma cervicale, alla caviglia/piede e al ginocchio» ci spiega la dottoressa Emanuela Zamprogno, responsabile del pronto soccorso dell’Ospedale regionale di Lugano.

In radiologia senza la visita - Ma come funziona? Nel momento in cui il paziente si presenta in pronto soccorso, viene già da tempo sottoposto al cosiddetto triage, un sistema che consente di effettuare una classificazione secondo il grado d’emergenza. Ed è qui che - se il caso - scatta il protocollo “fast track”: «L’infermiere può da subito e autonomamente valutare se il paziente necessita di un’indagine radiologia, il medico conferma la richiesta e il paziente viene subito inviato in radiologia per l’esecuzione dell’esame diagnostico». Tutto questo avviene senza che il paziente debba essere visitato dal medico.

Tra i primi in Svizzera - Al personale infermieristico vengono così attribuite talune competenze cliniche. «Sicuramente è una prima ticinese - ci dice ancora la dottoressa - e anche a livello nazionale, a nostra conoscenza, siamo tra i primi ad avere introdotto questo protocollo». Un protocollo nato da un progetto interdisciplinare elaborato da un team medico infermieristico.

I primi sessanta pazienti - Nei primi tre mesi definitivi, il “fast track” è stato adottato per una sessantina di pazienti. «Abbiamo potuto verificare una diminuzione dei tempi di permanenza nel box di visita e di permanenza totale in pronto soccorso, in particolare per i traumi al ginocchio e alla caviglia» osserva Zamprogno.

E gli altri ospedali? - E a seguito di questi risultati positivi, la struttura sta ora introducendo nuovi protocolli per altre patologie minori. Per ora sempre al Civico di Lugano. «È possibile l’introduzione di queste modalità di presa in carico anche negli altri ospedali, ma per il momento non abbiamo ancora definito le relative tempistiche» conclude.

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COMMENTI
 

saxten 4 anni fa su tio
Ho seri dubbi, se non sulla legalità, quantomeno sulla correttezza etica della procedura. Far eseguire esami radiologici (quindi con radiazioni ionizzanti) senza che vi sia un'indicazione medica mi sembra contrario ad ogni attuale regola dell'arte. Certo possiamo aspettarci un aumento dei costi; meglio eseguire alcune lastre in più piuttosto che dover ritornare in radiologia per degli esami supplementari.

saxten 4 anni fa su tio
Certo, un infermiere scafato è senz'altro meglio di un medico inesperto ma a questo punto mi fiderei di più di un Tecnico di Radiologia Medica che oltre alla perfetta conoscenza dell'anatomia ossea e delle relative posizioni radiologiche sa applicare le regole di radioprotezione ed i principi dell'ALARA («As Low As Reasonably Achievable», il livello più basso ragionevolmente raggiungibile), e spesso.... aiuta pure per le diagnosi.
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