L’esperto in malattie infettive rassicura: «Se non siete stati in Cina, non siete a rischio». Per ora tutti i casi sono esportati dal paese asiatico
LUGANO - Sul coronavirus si legge di tutto. In particolare sui social, dove c’è molto allarmismo. Tanto che in questi giorni pure i medici di famiglia ticinesi si vedono spesso confrontati con pazienti, anche sani, che temono di aver contratto la nuova malattia cinese.
«C’è molta paura» ci dice il dottor Christian Garzoni, medico di famiglia ed esperto in malattie infettive. «Ma siamo in periodo di influenza, quindi - assicura - se negli ultimi quattordici giorni non si è stati in Cina, non bisogna temere il coronavirus».
Lo ha detto lunedì anche il Dipartimento cantonale della sanità e socialità (vedi correlati): «Allo stato attuale la popolazione non ha alcun motivo di preoccupazione, tutti i casi al di fuori della Cina sono esportati e non vi sono finora contagi fuori dai confini cinesi». Così anche Garzoni, che ricorda: «Al momento in Europa si contano solo tre casi accertati, di cui due in Francia e uno in Germania». Sono invece stati smentiti oggi i due casi sospetti all’ospedale Triemli di Zurigo.
Telefonare invece di farsi visitare - In Svizzera, in ogni caso, già da tempo sono state attuate «tutte le misure necessarie per gestire persone con coronavirus» spiega ancora Garzoni. Ospedali e medici di famiglia hanno ricevuto una serie di direttive. E per quanto riguarda i pazienti: «A chi presenta i sintomi ed è stato di recente in Cina si chiede di non andare dal medico o al pronto soccorso ma di telefonare alla guardia medica, al 144 o al medico di famiglia».
SARS e MERS - Ma quanto è grave il coronavirus cinese? Per ora, secondo l’esperto, è difficile dirlo. A titolo di paragone ci parla di altri virus della famiglia coronavirus, ricordando che nel 2002 c’era stata un’epidemia di SARS, che aveva una mortalità del 10% circa. «Ma che è rimasta confinata in Cina». Poi nel 2012 c’era la MERS, che ha interessato soprattutto la regione arabica con una mortalità del 35%. «Al momento l’attuale virus ha un tasso di mortalità che si aggira tra il 2-3%».
Risposta rapida - Garzoni sottolinea, inoltre, che la reazione al nuovo coronavirus è stata più rapida che per eventi simili avvenuti in passato. «L’epidemia è stata diagnosticata nel periodo di Natale a seguito di un aumento di strane polmoniti tra persone attive nel mercato del pesce di Wuhan» ci spiega. «Il virus - continua - è quindi stato sequenziato per lo sviluppo di un test che permette di identificarlo».
Il medico invita infine la popolazione a seguire la situazione con le informazioni rilasciate dagli organi ufficiali quali Medico Cantonale o Ufficio federale della sanità pubblica.