In Svizzera diminuiscono le pigioni, il Ticino è in controtendenza. Il 9 febbraio si vota sulle abitazioni a prezzi accessibili. Marina Carobbio a confronto con Fabio Regazzi
LUGANO - In Ticino nel 2019 gli affitti sono aumentati dell’1,9% rispetto all’anno precedente. Per giunta, in controtendenza con la media Svizzera, dove le pigioni di appartamenti offerti in locazione sono calate dello 0,5%. I dati sono stati diffusi oggi dallo Swiss Real Estate Offer Index. Lo stesso giorno in cui il comitato d’iniziativa “Più abitazioni a prezzi accessibili” ha presentato in conferenza stampa le ragioni a favore del “sì” alla votazione del 9 febbraio.
La voce dei luganesi sull’argomento sembra essere unanime. Al microfono di Tio/20minuti tutti concordano su una cosa: le pigioni sono (troppo) alte. In particolare, ne risentono i pensionati. «Tra affitto e cassa malati non posso vivere con i soldi che prendo di Avs», «in base alla mia pensione per me l’affitto che pago è troppo caro». E ancora: «L'affitto dovrebbe corrispondere al massimo al 30-35% del reddito», «chi vive in centro è costretto a pagare un extra». Qualcun altro si dice soddisfatto, ma in vista della votazione popolare aggiunge che «è importante abbassare gli affitti, perché non sono più i tempi d’oro».
Manca un mese. Il 9 febbraio i cittadini svizzeri saranno chiamati a esprimersi. I promotori vorrebbero che almeno il 10% delle nuove abitazioni fosse composto da cooperative edilizie, in quanto sul territorio non sono presenti abbastanza alloggi a prezzi moderati. L'iniziativa vuole inoltre impedire che i sussidi per i risanamenti energetici siano messi a disposizione di progetti immobiliari di lusso, promuovendo l’edificazione di utilità pubblica, non soggetta alla speculazione.
Dal primo sondaggio Tamedia è emerso che il 63% degli aventi diritto sostiene l’iniziativa popolare. La motivazione più importante è che l’alloggio è un bisogno fondamentale. Secondo i contrari, invece, a prevalere è la convinzione che la Confederazione non debba intervenire nell’economia di mercato.
Tra i sostenitori dell'iniziativa c'è Marina Carobbio, consigliera agli Stati socialista. Fabio Regazzi, consigliere nazionale PPD, è co-presidente del comitato per il "no".
Le ragioni per il "sì" il 9 febbraio.
Marina Carobbio, avete appena lanciato l'iniziativa. Uno studio pubblicato oggi, però, dice che gli affitti in Svizzera sono in calo.
«È vero, ma ci sono grandi disparità regionali. Abbiamo molti immobili sfitti, ma non là dove c'è maggiore richiesta».
La pigione moderata è la soluzione?
«È un calmiere efficace. Di cui oggi si sente la mancanza».
Secondo i contrari all'iniziativa, il 10 per cento è una quota troppo rigida.
«Non direi. Si tratta di una quota globale, sul totale degli immobili in affitto a livello svizzero. Verrà applicata là dove ce ne sarà bisogno».
I sondaggi danno l'iniziativa vincente. Siete ottimisti?
«Siamo fiduciosi, ma sappiamo che le lobby immobiliari nelle prossime settimane ci daranno battaglia senza quartiere. Noi ci rivolgiamo però alla classe media. Quella per cui l'affitto - assieme alla cassa malati - rappresenta una spesa sempre più difficile da sostenere».
Le ragioni per il "no" il 9 febbraio.
Fabio Regazzi, co-presidente del comitato per il "no", non crede al caro-affitti?
«Non nego che esista, in certi contesti. Ma non è un problema omogeneo in tutta la Svizzera. E l'iniziativa proposta non lo risolve»
È un inizio, però...
«È uno strumento controproducente. Creerebbe costi elevati per lo Stato, e inibirebbe gli investimenti dei promotori immobiliari. Si costruirebbe di meno, e i prezzi degli affitti aumenterebbero»
Cosa proponete, allora?
«Un controprogetto con investimenti pubblici puntuali, solo là dove serve davvero. Con un pacchetto da 250 milioni per dieci anni»
Ma secondo gli iniziativisti, il comitato contrario è espressione delle lobby.
«Noi parliamo nell'interesse di tutti, non solo dei proprietari immobiliari»
Secondo i sondaggi, la gente pensa diversamente.
«È normale che un'iniziativa del genere susciti simpatia. Avremo comunque occasione nel corso della campagna di convincere la popolazione».