Chiacchierata a 360 gradi con il vescovo don Valerio Lazzeri a pochi giorni dal Natale. E il 56enne bleniese racconta anche come trascorrerà le sue festività
LUGANO – Oltre 25'000 persone in Svizzera nel 2018 sono “uscite” dalla Chiesa cattolica. Circa 5'000 in più rispetto al 2017. Lo ha indicato di recente l'Istituto svizzero di sociologia pastorale. Dati che non preoccupano particolarmente il vescovo ticinese don Valerio Lazzeri. «Chi “esce” dalla Chiesa semplicemente non vuole più pagare l'imposta di culto. Non significa che queste persone non siano più credenti».
Si parla anche di chiese sempre più vuote. Non mi dica che neanche questo non la preoccupa...
«Una volta si andava a messa per tradizione, perché “si doveva”. Adesso chi va a messa, ci va perché ha davvero fede. Scusate se è poco».
"Sono credente. Ma non praticante". Quante volte lo sentiamo dire. A lei dà fastidio?
«Io sono per l'assoluta libertà delle persone. Ognuno di noi fa il suo cammino. Ci sono persone alla ricerca di qualcosa, altre si dichiarano atee, ma poi hanno comunque una spiritualità... Io ho rispetto per tutti».
Che 2019 è stato per il vescovo Lazzeri?
«Sorprendente. Ho dedicato vari giorni alle visite pastorali. Sono stato cioè nelle comunità, a contatto con i sacerdoti e con la gente. Pensiamo sempre che non sia più come una volta. Ma la fede c'è ancora. E c'è ancora una forte vitalità. Certo, questo magari non fa notizia. Ma ci tengo a sottolinearlo».
Come trascorrerà il "suo" Natale?
«Tra una celebrazione e l'altra, farò un salto come da consuetudine al pranzo del Kiwanis Club al Padiglione Conza di Lugano. Una manifestazione che ho nel cuore, dedicata alle persone sole, agli anziani, ma anche a quelle famiglie che vogliono semplicemente passare un Natale in compagnia di altre persone. C'è ancora tanta gente che ha il gusto e il piacere di vivere e condividere con gli altri».
Non dedicherà tempo ai suoi familiari?
«A un certo punto della mia giornata mi staccherò dai miei impegni da vescovo e andrò a pranzo da mio fratello, a Prosito. E nei giorni a seguire farò visita anche agli altri parenti, ho un secondo fratello e una sorella. Non ho più i genitori e questo fa sì che il mio giorno di Natale sia diverso rispetto agli anni di gioventù».
Il vescovo si abbufferà?
«Io di base mangio poco. Non sono capace di abbuffarmi. Però sono molto goloso, mi piacciono le cose buone, cucinate bene. Anche il vescovo ha i suoi vizi».