Oltre 600 case, due scuole e un ambulatorio medico grazie alla generosità. Kam For Sud ha concluso il lavoro di ricostruzione del villaggio di Saipu
SAIPU - Sono passati quattro anni e mezzo dal 25 aprile 2015. Quel giorno un terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito duramente il Nepal, causando la morte di quasi diecimila persone. Tutto il mondo si è mosso in segno di solidarietà, compreso il Ticino. Oltre 36'000 franchi erano stati raccolti anche da Tio.
Oggi, quattro anni dopo, l’ong Kam For Sud presenta i risultati ottenuti presso il villaggio di Saipu grazie alla solidarietà dei ticinesi, compresi i nostri lettori che ancora oggi ringraziamo.
Sono state costruiti oltre 600 case, due scuole e un ambulatorio medico. Una ricostruzione frutto della generosità che è stata festeggiata il 23 ottobre nel villaggio, con un evento a cui hanno partecipato anche una quarantina di ticinesi (vedi video).
Con i contatti sul posto, dove già Kam For Sud era operativa, sono stati forniti interventi di soccorso già durante l’emergenza. In Svizzera una task-force ha gestito le diverse operazioni con il contributo anche della Protezione Civile ticinese. Con il sostegno dei donatori, poi, si è pensato alla ricostruzione di un intero villaggio. Per ridare vita a Saipu il lavoro è stato organizzato in quattro fasi: la formazione di artigiani muratori e carpentieri, la trasmissione alla popolazione di metodi antisismici sostenibili per tutti, la ricostruzione delle abitazione private e quella delle infrastrutture pubbliche.
Kam For Sud è una ong svizzera fondata nel 1998 in Ticino. È un’organizzazione senza scopo di lucro che lavora per uno sviluppo sostenibile nel campo dell’educazione, della salute, dell’ecologia e per la protezione dell’infanzia. Kam For Sud si impegna a fianco dei propri partner nepalesi nell’elaborazione di progetti di sviluppo e soluzioni condivise. In Svizzera propone attività di formazione e sensibilizzazione, promuove l’arte, l’artigianato e la cultura nepalese.
Il progetto ha potuto essere portato a termine grazie alla gestione professionale di tre capi-progetto: l’ingegnere Daniel Pittet nel 2016, l’architetto Giacomo Butte da inizio 2017 a giugno 2018 e l’ingengere nepalese Bikash Tajale da luglio 2018 a maggio 2019.
I volontari e civilisti svizzeri che hanno contribuito alla riuscita del progetto: Jean Larvego, esperto falegname (2015 e 2016); Lino Tomamichel, muratore (2015); Rémi Charrière, carpentiere (2015); Timothée Bovay, carpentiere (2016); Riccardo Scheuermann, carpentiere (2016); Leonardo Scheuermann, carpentiere (2016); Thomas Pferdekämper, ingegnere (2016); Fabio Leoni, muratore (2016 e 2017); Bjorn Schär, carpentiere (2017); Valentin Strahm, carpentiere (2017 e 2018); Sergio Stutzer, carpentiere (2018); Jordan Kouto, tecnico edile (2018).