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LOCARNONevicate che sanno di beffa per Cardada

19.11.19 - 22:18
Vista la meteo di questi giorni, qualche rimpianto per la chiusura degli impianti c’è. «Ma un anno in più non avrebbe fatto la differenza», spiega il locale Sci Club
Ti Press
Sarebbe stata comunque una stagione in salita
Sarebbe stata comunque una stagione in salita
Nevicate che sanno di beffa per Cardada
Vista la meteo di questi giorni, qualche rimpianto per la chiusura degli impianti c’è. «Ma un anno in più non avrebbe fatto la differenza», spiega il locale Sci Club

LOCARNO - L’innevamento sempre più scarso e gli oneri finanziari sempre maggiori hanno spinto lo Sci Club Cardada, un mese fa, a una drastica decisione: abbandonare l’attività sciistica sulla montagna locarnese. Ma proprio all’indomani della chiusura definitiva degli impianti, ecco che sul Ticino è caduta una delle nevicate più abbondanti di sempre per questo periodo. Che sui pendii alpini garantisce un buon fondo in vista dell’inverno.

Legge di Murphy - La stagione che meteorologicamente si appresta ad essere positiva suscita, è evidente, qualche rimpianto. «Di rimpianti ce ne sono molti, anche al di là della neve. È chiaro che vedere così tanta materia prima che è mancata negli ultimi anni...», commenta a denti stretti il direttore delle Nuove Sciovie Dante Pollini. 

Inutile procrastinare - Difficile comunque, anche potendo prevedere a suo tempo l’arrivo delle copiose precipitazioni, che l’attività a Cardada sarebbe proseguita ancora un anno: «In realtà - precisa Pollini - non sarebbe cambiato molto. Anzi, se avessimo procrastinato ancora un anno, fra 12 mesi la gente avrebbe fatto più fatica a capire la nostra posizione». 

Nevica sul bagnato - Pollini ricorda infatti come negli ultimi anni la stazione sia rimasta aperta 100 giorni su potenziali 300. Incassando quindi un terzo di quanto necessario per sostenere la stazione (circa 50mila franchi a stagione). L’anno scorso, ad esempio, si è sciato solo due giorni, come tre anni fa. 

Abbandonati - «Piange il cuore, ma a un certo punto bisogna essere pragmatici e realisti», conclude Dante Pollini, che un sassolino dalla scarpa però vuole toglierselo: «Se gli enti pubblici ci avessero sostenuto, come succede in altre regioni del Ticino, la situazione sarebbe stata completamente diversa. Ma è andata così».

Se nel Locarnese si mangiano le mani, nel resto del Ticino se le fregano. La stagione 2019/20 si prospetta ottima per chi gestisce gli impianti invernali. Tanto che molte stazioni stanno già pensando di aprire i battenti in anticipo rispetto agli altri anni.

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COMMENTI
 

GI 4 anni fa su tio
A prescindere con la famiglia a Cardada ci vado comunque, troppo bello !!

Evry 4 anni fa su tio
La valanga di Merli...
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