«Ristrutturazione aziendale» in una ditta farmaceutica del Luganese. Ma dietro ai tagli emerge un retroscena scabroso
LUGANO - «La sua posizione è stata annullata». In uno stabilimento farmaceutico del Luganese alcuni dipendenti si sono visti licenziare "all'americana" nei mesi scorsi. Scrivania ripulita, accompagnati alla porta. Alcuni hanno contestato il licenziamento, mentre dietro ai tagli spunta un retroscena imbarazzante per l'azienda, una multinazionale svizzero-tedesca quotata in borsa.
Segnalazione interna - Tutto è iniziato a fine estate 2018. Una dipendente ticinese presenta una segnalazione interna per molestie sessuali. Una situazione che andrebbe avanti da anni: la dipendente è giunta al punto di avere «paura di andare al lavoro». Prove alla mano si rivolge ai vertici del gruppo. È l'azienda stessa, del resto, a incentivare i dipendenti: con iniziative di sensibilizzazione e promuovendo un codice etico impeccabile.
«Licenziata» - Ma qui sorgono i problemi. Il presunto autore delle molestie è un manager dello stabilimento ticinese. Riceve un richiamo formale: non viene licenziato né sanzionato. In compenso, sei mesi dopo è la dipendente a venire lasciata a casa causa «ristrutturazione aziendale». La stessa sorte tocca a due colleghi, mentre altri cinque si dimettono nel giro di poche settimane. Alcuni degli interessati descrivono un «peggioramento del clima di lavoro» e una gestione del personale «arbitraria e al limite del mobbing».
I precedenti - Una coincidenza? Parlando con collaboratori ed ex collaboratori emerge che già nel 2017 il manager in questione era stato segnalato alla commissione del personale: per «comportamenti inopportuni» verso le sottoposte. E anche allora l'azienda non aveva preso provvedimenti.
L'indagine interna - «Abbiamo avviato un'indagine interna non appena siamo venuti a conoscenza della situazione» fanno sapere dal quartier generale del gruppo, oltre Gottardo. «Teniamo a precisare che i fatti sono avvenuti prima dell'acquisizione della fabbrica ticinese» avvenuta due anni fa. I licenziamenti successivi, assicura il gruppo, non sarebbero collegati al caso. Il gruppo «non tollera alcuna forma di molestia sul luogo di lavoro e abbiamo chiare procedure per prevenire e gestire questo genere di problemi».