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LUGANOLo strano caso del tuttofare licenziato per molestie “fantasma”

06.11.19 - 06:02
Dall’aprile del 2018, un 53enne sta vivendo un incubo. La scuola in cui lavorava da una vita lo ha allontanato. A incastrarlo, le presunte invenzioni di un ragazzo difficile, poi rivelatesi infondate
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Lo strano caso del tuttofare licenziato per molestie “fantasma”
Dall’aprile del 2018, un 53enne sta vivendo un incubo. La scuola in cui lavorava da una vita lo ha allontanato. A incastrarlo, le presunte invenzioni di un ragazzo difficile, poi rivelatesi infondate

LUGANO – Lavorava da circa 25 anni come tuttofare in una scuola privata del Luganese. Finché un giorno, nell’aprile del 2018, il direttore lo convoca. E gli dà la notizia: licenziato. Alla base dell’allontanamento dell’uomo, oggi 53enne, presunti abusi sessuali che avrebbe compiuto su un ragazzo, ora adulto, una ventina di anni prima. Nel frattempo, però, pare che la vicenda sia stata chiarita. Il giovane, che avrebbe non ben precisati problemi di natura psichica, si sarebbe inventato tutto. Genitori e colleghi adesso rivorrebbero indietro il tuttofare. Invano. L’uomo è lentamente scivolato nella depressione. 

Tanti punti di domanda – Il caso è controverso. Pieno di punti domanda e di condizionali. Il 53enne al momento del suo allontanamento non avrebbe avuto nemmeno particolari spiegazioni da parte della direzione. Le ragioni del suo licenziamento gli sarebbero state spiegate dagli avvocati, mesi dopo. Molti i lati oscuri della vicenda. Non ci sarebbe stata alcuna denuncia in polizia. Cosa doverosa nel caso in cui gli episodi fossero stati credibili. Quello che appare certo è che la famiglia del ragazzo coinvolto avrebbe teso una mano verso il tuttofare, dichiarandosi disponibile nel sostenere un suo ritorno al lavoro. 

Il dolore della moglie – L’uomo, scagionato dai suoi stessi detrattori, si sarebbe aspettato delle scuse. E di essere reintegrato nella struttura. È la stessa moglie a raccontarlo. Invece, dopo alcune promesse finite in nulla, ha avuto un crollo nervoso. Tanto che al momento risulterebbe ricoverato in una clinica. «Stiamo soffrendo tantissimo – dice la donna –. Non c’è stata denuncia. Non c’è stato nulla. Anche la famiglia del ragazzo in questione ha spiegato che i fatti incriminati non sono mai avvenuti. Perché escludere in questo modo un uomo innocente? È da più di un anno che mio marito aspetta. Ora è depresso. Siamo stati infangati per niente. E in più ora siamo in una situazione disastrata. Qualcuno ci aiuti».    

Lo sconforto del tuttofare – «Io sento ancora i miei colleghi – spiega il 53enne, ricoverato in clinica –. Tutti mi rivogliono. E ci sono fior di documenti che attestano la mia innocenza totale. C’è tanta incredulità attorno a questa storia. Voglio tornare a lavorare. Voglio giustizia. Ho avuto un colloquio con la famiglia del ragazzo. Mi hanno spiegato che il giovane vive una situazione delicata. E mi hanno detto che sono dalla mia parte. Sono sconvolti anche loro. I presunti abusi risalirebbero a 20 anni fa. Non ha senso. Dopo avere sentito il racconto del figlio, i genitori hanno semplicemente chiesto lumi al direttore. Non hanno chiesto il mio licenziamento. E non mi hanno neanche denunciato perché non ritengono credibile quanto affermato dal giovane. Quello che sto vivendo è pazzesco».

Una decisione sofferta – Il direttore della struttura, contattato da Tio/20 Minuti, ha delegato al suo avvocato una presa di posizione sulla vicenda. Il legale si è così espresso: «La tutela degli allievi, che sono stati affidati alla scuola, assume la massima priorità per l’istituto da me rappresentato. La decisione di dare disdetta ordinaria al rapporto di lavoro è stata assunta, seppur con rammarico, dopo una ponderata valutazione».

Senza possibilità di dietrofront – Lo scioglimento del rapporto di lavoro con il manutentore sembra essere irreversibile. «È avvenuto oltre un anno e mezzo fa e nel rispetto del termine di disdetta ordinario, si è reso necessario in considerazione della delicatezza del caso. Non risulta peraltro vi sia stata opposizione formale a tale provvedimento nelle competenti sedi da parte dei suoi legali. Ad oggi, per quanto riguarda l’istituto, non vi sono ulteriori questioni aperte. Ma i presupposti per una riassunzione, dopo una rinnovata ponderazione degli interessi di tutte le parti coinvolte, non sono purtroppo soddisfatti».

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