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«Free Mark», i compagni del giovane scendono in strada

LUGANO«Free Mark», i compagni del giovane scendono in strada

26.10.19 - 14:40
Numerosi ragazzi hanno preso parte questo pomeriggio a Lugano alla manifestazione contro le deportazioni
lettore tio.ch/20minuti
Il corteo dei giovani "armati" di cartelli e striscioni.
Il corteo dei giovani "armati" di cartelli e striscioni.
«Free Mark», i compagni del giovane scendono in strada
Numerosi ragazzi hanno preso parte questo pomeriggio a Lugano alla manifestazione contro le deportazioni

LUGANO - Il nome di Mark - il 19enne ucraino rimpatriato con i genitori nel proprio paese d’origine negli scorsi giorni - riecheggia anche oggi nel centro di Lugano, dove numerosi ragazzi hanno preso parte alla manifestazione contro le deportazioni, organizzata da alcuni studenti del CSIA. Chiarissimi il loro messaggi: «In cerca di umanità», «Basta rimpatri forzati», «Free Mark» e, soprattutto, «Le frontiere uccidono», scritto in rosso su di un enorme striscione.

Il rifiuto e la partenza - Martedì scorso, la SEM ha rifiutato definitivamente di accordare l’asilo politico alla famiglia dello studente. Non avendo rispettato il termine di partenza - e rifiutando di lasciare la Svizzera - è quindi scattato il fermo amministrativo presso il carcere della Stampa, mentre all'esterno della struttura i compagni del 19enne hanno protestato contro quanto stava accadendo. Le loro parole però non sono servite. Il ragazzo e i genitori sono stati portati a Zurigo e caricati su un aereo diretto a Kiev.

Mark e i suoi genitori vivevano in Ticino dal 2015. Si erano trasferiti in Svizzera per sfuggire al conflitto scoppiato nella primavera dell’anno precedente nel Donbass, nell’Ucraina orientale. Il giovane aveva ricevuto minacce di morte in patria. Inoltre, il legale della famiglia ha spiegato a tio.ch/20minuti di temere anche per la «situazione psicologica molto fragile» del 19enne, che potrebbe portarlo a compiere «un gesto estremo».

«Stop deportations!» - A favore della manifestazione di oggi si è schierato anche il Collettivo R-esistiamo.«Mark ha avuto la fortuna di costruirsi delle amicizie che hanno scelto di lottare con lui. Mark è il simbolo di questa nostra lotta, perché non siamo solo numeri ma persone. Non dovrebbe esserci nessuna differenza, nessuna discriminazione», si legge in una presa di posizione.

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