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CANTONE / SVIZZERACittadinanza svizzera revocata, sarà ricorso

19.09.19 - 09:01
L’avvocato dell’ex agente di Argo 1: «La notizia è stata strumentalizzata politicamente». E contesta anche la contrapposizione tra “svizzero doc” e “svizzero impuro”
Keystone - foto d'archivio
Cittadinanza svizzera revocata, sarà ricorso
L’avvocato dell’ex agente di Argo 1: «La notizia è stata strumentalizzata politicamente». E contesta anche la contrapposizione tra “svizzero doc” e “svizzero impuro”

BELLINZONA - Per la prima volta il Governo federale ha deciso di revocare la cittadinanza svizzera a una persona con doppia cittadinanza, Ümit Y., ex agente di Argo 1. Ma l’avvocato ricorrerà al Tribunale amministrativo federale. A darne notizia è lo stesso legale del 34enne turco-svizzero sulle pagine de la Regione.

L'uomo è stato condannato nell'agosto del 2017 dal Tribunale penale federale di Bellinzona a due anni e mezzo di reclusione, di cui sei mesi da scontare. L'accusa? Avere operato come "indottrinatore" rafforzando i concetti di islam radicale in altri (per il gruppo fondamentalista islamico Jabhat Al-Nusra) e avere ospitato in Turchia un uomo che voleva raggiungere la Siria.

L’avvocato Castelli smentisce l’affermazione della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) secondo cui l’eccezione per la revoca della cittadinanza (se la condotta è di grave pregiudizio agli interessi e quindi alla sicurezza della Svizzera) è soddisfatta. La SEM scrive che l’uomo è stato condannato per propaganda e reclutamento di combattenti a favore di un’organizzazione islamista vietata. Ma «non gli è mai stato contestato di aver reclutato combattenti», dice l’avvocato. E aggiunge «peraltro la fazione di Jabhat al-Nusra combatte l’Isis».

Il legale dello svizzero-turco, però, lancia un’accusa ben più pesante: il provvedimento della SEM è a suo parere «politico», «oltretutto in piena campagna elettorale». Castelli denuncia la strumentalizzazione della notizia, «anticipatagli per e-mail due ore dopo averla divulgata ai media».

L’avvocato chiederà pertanto l’annullamento della decisione, giustificandola con il fatto che il suo cliente «non ha mai rappresentato una minaccia per la sicurezza e l’immagine della Svizzera», ma soprattutto sollevando il pericolo del rischio di arbitrio nella revoca della cittadinanza in violazione del principio costituzionele di discriminazione: «la contrapposizione tra lo “svizzero doc” e lo “svizzero impuro”».

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