La fornitura dei nuovi velivoli sta subendo ritardi. Nel frattempo saranno però utilizzati elicotteri
BERNA/BELLINZONA - Saranno più silenziosi ed efficienti. Ma la fornitura dei nuovi droni dell’esercito è in ritardo. E alla fine di novembre i vecchi velivoli ADS-95 resteranno definitivamente a terra. Si prevede ora che per almeno sette mesi i corpi delle guardie di confine - principali utilizzatori dei mezzi - dovranno rinunciare alla sorveglianza aerea della frontiera.
Ne dà notizia oggi il Tages Anzeiger, che parla di una prima fornitura parziale dei nuovi droni Hermes 900 - ordinati ormai quattro anni fa - appena durante il prossimo mese di dicembre. Seguirà quindi la formazione del personale. Per l’impiego dei velivoli bisognerà poi attendere, secondo informazioni rilasciate da Armasuisse, il terzo trimestre del 2020. Il resto della flotta sarà operativo soltanto dopo la metà del 2021.
I droni dell’esercito, come noto, vengono utilizzati a livello nazionale soprattutto dalle guardie di confine. Nel 2018, per esempio, si contano 84 impieghi per un totale di 195 ore di volo. La sorveglianza aerea è ben conosciuta in Ticino, dove non mancano le lamentele per il rumore dei velivoli nelle ore notturne.
Ma a partire dalla fine del prossimo novembre, quando gli ultimi droni della flotta andranno in pensione, sulla frontiera non calerà per forza il silenzio. L’Amministrazione federale delle dogane - come scrive il quotidiano d’oltre San Gottardo - intende infatti temporaneamente tornare a utilizzare di più gli elicotteri, che sono però più rumorosi e consumano più carburante.