Parla il consigliere comunale socialista Carlo Zoppi. Il sindaco Marco Borradori: «Ma ora ci vuole il confronto»
LUGANO - Circa quattrocento persone che in maniera prevalentemente pacifica hanno manifestato a sostegno dell’autogestione. «Il messaggio è che si tratta di una realtà viva». Così il consigliere comunale socialista Carlo Zoppi, da noi contattato a seguito della protesta andata in scena sabato pomeriggio per le strade di Lugano.
La manifestazione era stata annunciata lo scorso giugno «per diffondere le culture dell'autogestione al di fuori dello spazio dell’ex Macello». Un’area, quest'ultima, che le autorità cittadine intendono trasformare in uno spazio del tempo libero, degli eventi e della cultura. Sfrattando però il Molino. «Sabato tra i molti presenti c’erano anche famiglie con bambini e anziani, questo dimostra che nella nostra città l’autogestione ha l’appoggio della popolazione».
Tremila metri quadri... da condividere - Per Zoppi, anche autore del rapporto di minoranza della Pianificazione che prevedeva una riqualifica dell’area con spazi per gli autonomi, la via da seguire è dunque chiara: «La cosa più semplice è che una parte dei tremila metri quadri dell’ex Macello restino all’autogestione, sicuramente si può trovare un accordo». E sull’atteggiamento del Municipio, il socialista sostiene: «È ora che cominci a dare messaggi coerenti».
Il sindaco: «Bisogna guardare avanti» - «È vero, a Lugano l’autogestione ha un seguito, credo che tutti debbano e possano prenderne atto» ammette il sindaco Marco Borradori, ricordando poi quanto successo negli ultimi mesi: la decisione dell’Esecutivo e del Legislativo di sostenere una progettazione all’ex Macello che non prevede l’autogestione. E quindi la manifestazione di ieri. «Se vogliamo che questi eventi forti portino a qualcosa, ora bisogna andare avanti, altrimenti tra tre-quattro anni ci ritroviamo con un pugno di mosche».
La decisione di escludere l’autogestione dal futuro dell’ex Macello «può piacere o non piacere, ma è quella» ci dice ancora Borradori, sottolineando però la necessità di un confronto per trovare una sede alternativa: «È difficile trovarla, ma abbiamo un territorio vasto e ci sono luoghi raggiungibili in modo ragionevole». E conclude: «L'autogestione a Lugano deve maturare, riuscire a far capire anche alla popolazione e alla politica cosa vuole diventare, ma ci vuole un confronto serio».