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BIASCA«Vi spiego cosa vuol dire fare il giurato popolare»

10.09.19 - 08:02
Sono l'anima popolare delle corti penali, ma il loro ruolo resta spesso nell'ombra. Alda Fogliani racconta cosa significa fare l'assessore giurato: «Forse le donne sono un po' più terribili»
«Vi spiego cosa vuol dire fare il giurato popolare»
Sono l'anima popolare delle corti penali, ma il loro ruolo resta spesso nell'ombra. Alda Fogliani racconta cosa significa fare l'assessore giurato: «Forse le donne sono un po' più terribili»

BIASCA - Da quattro anni non la chiamano più. Ma di processi ne ha fatti quattro e ancora oggi la biaschese Alda Fogliani, 72 anni, figura tra i 60 assessori giurati eletti e convocabili per i dibattimenti della Corte di appello e di revisione penale a Locarno. «Posso parlare di un’esperienza positiva. Quando mi hanno convocata mi è piaciuto. Ma certe cose non posso raccontarle perché c’è il segreto» mette le mani avanti. I giurati ticinesi non vengono, come si vede nei film americani, segregati in albergo per tutta la durata del processo, ma qualcosa con i loro colleghi d’oltreoceano in comune ce l’hanno: di ciò che avviene in camera di giudizio non possono parlare. O quasi. «Ricordo che le prime volte, inesperta, non osavo pronunciarmi molto. In seguito mi sono resa conto che i giudici ascoltano e considerano i nostri pareri». 

«Mi scrivevo la mia sentenza» - La prassi, per lo meno in sede di appello, dopo la convocazione prevede che l’assessore giurato si prenda il tempo necessario per studiare il caso, gli atti e la sentenza presso il tribunale («io mi prendevo una giornata. Alla fine ero abituata ad annotarmi quale sarebbe stata la mia sentenza» sorride Fogliani). «All’interno della corte - continua - avviene poi la discussione del caso in cui ciascuno dice la sua. Ci sono i favorevoli, i contrari e poi si vota. Capita di non essere d’accordo su alcuni aspetti con il giudice. Mai visto però gli assessori ribaltare a maggioranza il punto di vista di un giudice». Fogliani non si sbottona, ma qualcosa si lascia sfuggire: «Ho seguito processi su droga e giovani. Secondo me c’è una diversa sensibilità tra assessori uomini e donne». Cioé? «Forse sono più terribili le donne. Ma sto parlando troppo» dice.

Passione che arriva da lontano - In Ticino, complice anche il fatto che i loro nomi figurano solo nell’atto d’accusa, si tratta solo di stoppare la curiosità dei familiari e conoscenti stretti. La molla che ha spinto Alda Fogliani? «Da giovane volevo fare l’avvocato, quando credevo che lottassero contro le ingiustizie. Poi crescendo ho capito che con le parole potevo arrangiarmi da sola». Un imputato deve augurarsi di averla come assessore? «Nella mia professione (il giornalismo, ndr) ho sempre fatto l’arbitro. Sono sempre stata indipendente». Il giurato è pagato bene? «Certo più che scrivere su certi media» conclude Fogliani.

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