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CANTONE La fedina di Xenia Peran torna bianca

03.09.19 - 19:40
L’Ufficio federale di giustizia si scusa per la “svista” che ha macchiato il casellario della candidata della Lega Verde. E anche dal Tribunale federale arrivano per lei buone notizie 
La fedina di Xenia Peran torna bianca
L’Ufficio federale di giustizia si scusa per la “svista” che ha macchiato il casellario della candidata della Lega Verde. E anche dal Tribunale federale arrivano per lei buone notizie 

BELLINZONA - La candidata della Lega Verde Xenia Peran è come criptonite per la macchina amministrativa dello Stato. Ad aprile, ricorderete, era stata stralciata dalla corsa al Governo e poi riammessa in extremis dal Tribunale federale (ciò che obbligò la Cancelleria a ristampare le schede elettorali). Cambiano le competizioni, adesso si tratta delle elezioni federali, ma gli errori restano. Stavolta a sbagliare è stato l’Ufficio federale di giustizia, inserendo nell’estratto del casellario giudiziale di Peran una condanna e una multa per infrazione grave alle norme della circolazione che in realtà oggi non c'è più. «Il mio casellario è fresco e lindo» dice l’avvocatessa a commento della rettifica pubblicata dal Foglio Ufficiale di oggi. 

Quanto alla “grave infrazione”, che lasciava presagire comportamenti da pirata della strada, è la stessa Peran a spiegare quanto le accadde nel dicembre 2014: sorpresa da una nevicata con le gomme estive aveva chiamato il Tcs, ci fu un battibecco col soccorritore che invece di aiutarla segnalò l’automobilista alla polizia. 

Non è la sola schiarita per Peran che comunica di averla spuntata davanti al Tribunale federale nei confronti del suo principale accusatore nella vicenda penale che l’ha vista condannata a 20 mesi sospesi dalla Corte d’appello e revisione penale per appropriazione indebita ai danni di un suo cliente. Una vittoria che, dice, ha riavviato il procedimento di revisione della sentenza. 

Un traversia giudiziaria che è, conclude, la molla della sua attuale candidatura: «È stata una persecuzione. Chi più di una vittima del sistema può evidenziare le storture della macchina della giustizia. Per i casi normali funziona, ma i condizionamenti esistono e sono forti».

In merito al coinvolgimento del TCS, il portavoce Renato Gazzola ci tiene a precisare quanto segue:

- il fatto in cui è incorsa la signora Peran è capitato nella Svizzera tedesca, la quale ha effettivamente chiamato la centrale di soccorso del Club;
- per la specifica natura della richiesta (auto equipaggiata con pneumatici estivi nel mese di dicembre con nevicata in corso) il TCS ha informato la richiedente che in tali situazioni non interviene direttamente perché trattasi di negligenza da parte del conducente (equipaggiamento inadeguato) e perché l’auto dev’essere trasportata con un carro-attrezzi;
- il TCS ha fornito quindi alla signora Peran il numero di un garagista, non convenzionato col TCS, con il quale la signora Peran ha concordato e pattuito il costo dell’intervento; 
- sul prosieguo dell’operazione e sulle difficoltà intervenute fra la signora Peran ed il garagista, il TCS non è stato minimamente coinvolto.

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