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MENDRISIOLa casetta del mostro finisce all'asta

16.08.19 - 12:13
Dietro un'abitazione di vacanza, immersa nel bosco di Salorino, si cela la storia choc di un pediatra italiano condannato a 14 anni per aver violentato 11 bambini
Aste Ufficio Esecuzioni
La casetta del mostro finisce all'asta
Dietro un'abitazione di vacanza, immersa nel bosco di Salorino, si cela la storia choc di un pediatra italiano condannato a 14 anni per aver violentato 11 bambini

SALORINO - A posteriori è facile dire che quella casetta mette i brividi. La posizione isolata nel bosco che la nasconde dagli sguardi, le gelosie rosso cupo su pareti ancora più scure, i locali intristiti da un mobilio vecchio e sciatto, un arazzo che rende ancora più claustrofobico lo stretto corridoio. È banale evocare i brividi lungo la schiena capitando lì, da soli e per caso, la notte... 

In realtà, quella casetta unifamiliare di vacanza, la cui vendita forzata è appena apparsa sul sito delle aste pubbliche, sarebbe una delle tante che punteggiano il verde ticinese. Insignificante. A rendere però molto diversa questa costruzione - a darle un non so che di malvagio - è il fatto che appartenga a Maurizio Maria Lazzari. Un nome che ai più non dice nulla, ma l’età e, soprattutto, l’attuale indirizzo di quest’uomo di 59 anni, indicati sul bando, il carcere di Pavia, sgombrano il campo dai dubbi. Lazzeri è uno dei 690 detenuti della Casa circondariale sulla Vigentina, dove non si sta nemmeno molto comodi visto che la struttura ne potrebbe contenere 518.

La casetta nel bosco di Salorino, a ridosso della partenza del trenino del Monte Generoso, appartiene a questo ex pediatra italiano condannato a 14 anni per avere violentato almeno 11 bambini, suoi pazienti. Al termine del processo, che si svolse nel giugno 2015 con rito abbreviato, fu confermato l’agire predatorio dell’imputato: «Non è un pedofilo che, in circostanze eccezionali e contingenti, cede alla sua pulsione. Egli ha lucidamente organizzato e strutturato la sua vita professionale (ovvio che non tutti i suoi pazienti erano anche vittime di abusi) con il fine di soddisfare il suo innaturale desiderio sessuale» scrisse il giudice Giuseppe Gennari nelle motivazioni di sentenza. Per undici anni avrebbe violentato, fotografato e perseguitato con sms le sue piccole vittime. Poi, magari, ogni tanto, staccava e raggiungeva la sua casetta nel bosco, in una «posizione soleggiata e tranquilla» chiarisce la perizia allegata al bando. Basterà per trovare un acquirente?

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