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CANTONEQuando la casa va all'asta un po' d'intimità finisce in piazza

13.08.19 - 07:01
Le foto di edifici all'incanto rivelano anche dettagli di vita dei proprietari. «Ma non sono violazioni della privacy. È il debitore stesso a stabilire cosa proteggere della propria sfera privata».
Foto sito aste pubbliche
Quando la casa va all'asta un po' d'intimità finisce in piazza
Le foto di edifici all'incanto rivelano anche dettagli di vita dei proprietari. «Ma non sono violazioni della privacy. È il debitore stesso a stabilire cosa proteggere della propria sfera privata».

BELLINZONA - Di sicuro sono fotografie che non lasciano indifferenti perché raccontano di vite in difficoltà. Ma al tempo stesso sono immagini che provocano spesso tristezza con la loro carica di verità. Non siamo insomma al cinema quando, aprendo il sito delle aste pubbliche degli Uffici di esecuzione e fallimenti, entriamo nelle abitazioni dei debitori. Di chi, per ragioni economiche, è forzato a lasciare casa.

Vuole così la legge - Il web consente infatti a chiunque di curiosare tra le perizie. E più ancora che dai valori di stima o dalle condizioni di vendita, l’occhio è irresistibilmente attratto dai luoghi, dalle stanze vuote ma che ancora parlano di chi le ha abitate. E continua ad abitarle, perché fino al giorno dell’asta la legge consente al proprietario di restare nell’immobile all'incanto. Come pure, la stessa legge prevede la pubblicazione di nome e cognome del protagonista insolvente.

Tocca al debitore tutelarsi - «Non sono fotografie estorte. Non sono violazioni della privacy - puntualizza Fernando Piccirilli, responsabile del Settore esecutivo del Canton Ticino - perché di fatto è il debitore stesso che stabilisce quanto proteggere della propria sfera privata. È una scelta sua in occasione della visita annunciata del perito».

Frammenti di vita - In questi giorni, ad esempio, ci si può imbattere in una cucina dove su un tavolo sono appoggiati alcuni raccoglitori di quella che sembra contabilità e lì accanto pochi, ormai inutili, spiccioli. Nel salotto di un’altra casa le foto di famiglia raccontano, così come spiccano alcune coppe sopra un armadio (chi abita lì è un appassionato di tiro? O di corse?). In un altro salotto prevale una cupa penombra: poltrone e divano d’epoca si intravedono sotto una coperta che non protegge più. Non è infrequente poi che nell’obiettivo del perito finisca qualche animale domestico: in una stanza si vedono un gatto e un cane che osservano incuriositi lo sconosciuto visitatore. Talvolta, raramente, capita di intravedere il perito stesso riflesso in uno specchio della sala da bagno.

L'intimità dei piccoli più tutelata - Lo scopo del sopralluogo è naturalmente quello di testimoniare lo stato dell’immobile. E il perito, ricorda Piccirilli, è consapevole dei limiti da non oltrepassare: «Nel dubbio domanda cosa può fotografare e talvolta succede che il proprietario stesso chieda di non mostrare la stanzetta con i giocattoli dei figli o di oscurare le targhe dei veicoli parcheggiati nel garage». Capita però anche che il debitore abbia già lasciato la casa o l’appartamento. Oppure che non voglia presenziare.

Un passato di liti e danni - L’aneddotica è ampia: «In passato ci sono stati anche momenti di tensione con il proprietario di casa. Ora non succede quasi più. Ci sono stati anche debitori che hanno voluto farsi fotografare mentre mostravano i locali». Dietro l’apparenza c’è però anche la sostanza. Uno degli aspetti talvolta critici è come viene lasciato l’immobile: «Alcuni abbandonano casa in perfetto stato, altri - anche se oggi molto meno - provocavano volontariamente dei danni. Quasi una sorta di rappresaglia».

Un servizio consultato e utile - Dal 2010, quando è stata introdotta, la sezione delle aste pubbliche è uno dei servizi più consultati del sito ti.ch. «Ciò ha permesso ai potenziali interessati di avere una visione totale sull’oggetto mobile o immobile senza doversi recare negli Uffici per consultare le perizie. In occasione di aste importanti succedeva di avere la fila di persone» ricorda Piccirilli. Il web ha solo allargato la platea attirando curiosi o, forse, solamente persone sensibili alle disgrazie altrui.

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