
BELLINZONA - «Il tempo utilizzato per cambiarsi va considerato come lavoro». È questa, in breve, la richiesta che VPOD ha fatto all'Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) e alle cliniche ticinesi su indicazione della Conferenza federativa della sanità del sindacato svoltasi a marzo a Soletta. «La recente interpretazione da parte della Seco dell'articolo 13 dell'ordinanza della Legge federale sul lavoro - precisa VPOD - prevede che cambiarsi d'abito e recarsi nel proprio reparto è da considerarsi quale tempo di lavoro».
Un'idea, questa, che è già sbarcata nella Svizzera tedesca. «Nei giorni scorsi - ricorda il sindacato - l'Ospedale universitario di Zurigo, che ha più di 8.000 dipendenti, ha deciso di riconoscere il tempo per cambiarsi al lavoro già dal 1° agosto: l’Ospedale accorderà ai propri dipendenti un supplemento in tempo di 15 minuti giornalieri. Sulla stessa linea è dal 15 aprile il Kindesrpital». Ma non solo. Perché buone notizie arrivano anche da San Gallo. «L'ospedale cantonale intende introdurre il riconoscimento del tempo per cambiarsi da gennaio 2020».
Le reazioni - La richiesta formulata dal VPOD non è rimasta inascoltata. Le direzioni delle Cliniche private ticinesi, hanno infatti comunicato - per mezzo della loro associazione ACPT - «di voler affrontare il tema in maniera unitaria in una riunione alla quale partecipino tutte le cliniche». Da parte sua, l'EOC ha spiegato di «stare approfondendo la questione e che una discussione avverrà entro l'estate».
Chiaro, è perché non li pagano loro i lavoratori..., tra un po' chiudo, lascio i miei dipendenti liberi di fare cosa vogliono e me ne vado all'estero. Sempre peggio.