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CANTONEIl brunch? Non deve essere un «mangia e fuggi»

29.07.19 - 08:01
In Ticino una cinquantina di aziende agricole si prepara per l’ormai tradizionale appuntamento del Primo Agosto. «Vogliamo far conoscere il nostro settore»
Archivio Keystone
Il brunch? Non deve essere un «mangia e fuggi»
In Ticino una cinquantina di aziende agricole si prepara per l’ormai tradizionale appuntamento del Primo Agosto. «Vogliamo far conoscere il nostro settore»

LUGANO - Bandierine e altre decorazioni rossocrociate, e soprattutto gustosi prodotti a chilometro zero. Anche quest’anno in tutto il Ticino una cinquantina di fattorie si prepara ad accogliere migliaia di persone per l’ormai tradizionale brunch del Primo Agosto. «E l’obiettivo dell’iniziativa è sempre lo stesso: cercare di far conoscere il nostro settore, perché rispetto al passato la popolazione ha perso il contatto con l’agricoltura. Oggi il latte viene dal cartone» ci spiega Giulia Quadroni della Caldera di Origlio, una delle strutture che praticamente da sempre partecipano all’iniziativa.

Da ventisette anni - L’idea del brunch in occasione della festa nazionale è nata oltre San Gottardo quasi trent’anni fa (per la precisione, si tratta di ventisette). E l’anno successivo è sbarcata anche in Ticino, agli inizi con l’adesione di una decina di aziende agricole. «Tra queste c’eravamo anche a noi, siamo dei fedelissimi» racconta Quadroni, che però aggiunge: «Abbiamo dovuto rinunciare soltanto per due anni, perché nel 2007 un rogo aveva distrutto la fattoria».

E iscritti da oltre confine - Già allora le fattorie potevano contare su una consistente partecipazione. «Stupisce che con il passare degli anni le strutture siano diventate molte di più, e in tutte i presenti sono ancora numerosi» afferma la nostra interlocutrice, che constata come oggi per il brunch del Primo Agosto diverse iscrizioni arrivino anche da oltre confine. Ma i partecipanti non sono per forza degli abitudinari: «Per molti è un’occasione di girare, quindi di visitare ogni anno un’altra fattoria».

Il pienone… e poi? - Per la festa nazionale nelle fattorie c’è dunque il pienone. Ma in seguito la gente torna per acquistare i prodotti che ha scoperto durante il brunch? «No, in genere non capita» afferma Quadroni, secondo cui i partecipanti ne potrebbe approfittare di più. Anche durante il brunch, non tutti vanno alla scoperta della fattoria. «Noi cerchiamo di presentarla anche con una serie di cartelli informativi».

Oltre 9’000 partecipanti - In effetti l’iniziativa è cresciuta molto, anche in Ticino. «La voglia di passare la festa nazionale in fattoria ha preso piede soprattutto negli ultimi dieci anni» ci dice Anita Tomaszewska, responsabile brunch dell’Unione contadini ticinesi (UCT). Soltanto lo scorso anno oltre 9’000 persone si sono infatti recate nelle 58 aziende partecipanti (52 ticinesi e sei nel Moesano).

E chi si ridimensiona - Ma non manca chi adesso cerca di ridimensionarsi. «Puntando sulla qualità, piuttosto che sulla quantità degli iscritti» afferma ancora Tomaszewska, spiegando: «Ci sono strutture che accettavano anche trecento persone e che ora sono scese a ottanta: lo fanno per cercare un maggior contatto con le persone, per capire meglio il consumatore e presentarsi». E questo per evitare che si tratti di un “mangia e fuggi”.

In Ticino il brunch in fattoria è organizzato dall’Unione contadini ticinese con l’adesione di molte aziende agricole. Più info su www.brunch.ch

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