Pro Senectute pensiona una trentina di “fattorini” per dare una possibilità ai disoccupati. Il direttore spiega: «Il servizio garantisce una presenza. Ogni settimana troviamo persone in difficoltà»
LUGANO - Qualcuno c’è rimasto male e ha fatto la voce grossa. La maggioranza però ha digerito il pensionamento a 70 anni. È questo il limite d’età fissato da Pro Senectute per il proprio personale a ore impiegato nella consegna dei pasti a domicilio. Un limite che, a fine giugno, è diventato effettivo e per una trentina di persone - su un totale di 259 - il rapporto di lavoro si è interrotto. C’è però chi l’ha presa male e sintetizza lo sfogo in un “Sono troppo vecchio per aiutare gli anziani?”.
Le ragioni del limite - Nulla di tutto ciò, spiega Gabriele Fattorini, direttore di Pro Senectute Ticino e Moesano: «Va premesso che non si tratta di volontari, ma di persone assunte con un contratto di lavoro. Con la nostra decisione, avallata dal Consiglio di Fondazione, abbiamo semplicemente voluto dare una possibilità di impiego ad altre fasce di popolazione. Fissando il limite a 70 anni ci spingiamo comunque ben oltre il pensionamento standard». Dopodiché c’è anche una ragione pratica, in molte zone del cantone il traffico è intenso e anche i “distributori” sono sempre più sollecitati. Forze fresche, dunque. Ma il primo motivo è di responsabilità sociale: offrire lavoro a chi magari è disoccupato e non beneficia già di una pensione.
Porte aperte ai volontari - Gli sfoghi rivelano comunque un attaccamento al servizio che va oltre l’aspetto finanziario. Che comunque esiste e per chi contava su questo reddito accessorio la porta resta aperta. Per tutti gli altri addirittura spalancata: «Siamo sempre alla ricerca di volontari sia nei centri diurni, sia nell’accompagnamento a domicilio degli anziani soli. Abbiamo bisogno di gente in gamba» ribadisce il direttore.
Quasi 400mila pasti - Quanto al servizio garantito da Pro Senectute sorprende sempre per i numeri che muove (anche se rappresenta solo il 10% dell’attività dell’associazione). «Con 386’000 pasti consegnati a domicilio nel 2018 siamo il cantone dove se ne distribuisce di più. E siamo in crescita. Altri, come Zurigo, fanno capo a una distribuzione professionale, ad esempio la Posta, noi optiamo per i contratti di lavoro» spiega Fattorini. A beneficiare del servizio, ogni mezzogiorno, dal lunedi al sabato, sono circa un migliaio di persone. «I nostri centri di produzione e distribuzione sono una ventina perché il cibo deve arrivare a domicilio caldo e in tempi ragionevoli. Il costo del pasto? Dagli 11 ai 18 franchi a seconda del reddito. Ma la stragrande maggioranza, beneficiando di prestazioni complementari, paga la tariffa più bassa».
Un’antenna sul territorio - I benefici di questo servizio non sono solo di ordine finanziario. Certo poter contare su un pasto caldo ed equilibrato ogni giorno permette agli anziani di restare autonomi più a lungo. Il direttore di Pro Senectute evidenzia però un altro aspetto: «Il servizio pasti ci permette anche di garantire una presenza di sorveglianza. Settimanalmente troviamo persone in difficoltà e possiamo lanciare protocolli di aiuti. Inoltre per temi come la canicola o la truffa del falso nipote aiutiamo lo Stato (vuoi il Dss, vuoi la Polizia cantonale) a sensibilizzare tramite la documentazione ufficiale».