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CAMORINOAsilanti in sciopero, l’appello a De Rosa: «Chiudete il bunker»

26.06.19 - 17:32
Monica Soldini scrive direttamente al direttore del DSS dopo “la visita” di alcune persone ieri presso il centro gestito dalla Croce Rossa
TiPress
Asilanti in sciopero, l’appello a De Rosa: «Chiudete il bunker»
Monica Soldini scrive direttamente al direttore del DSS dopo “la visita” di alcune persone ieri presso il centro gestito dalla Croce Rossa

CAMORINO - «Sono condizioni che rasentano la tortura fisica e psicologica». È con queste parole che Monica Soldini descrive la situazione dei richiedenti l’asilo che si trovano presso il Centro per richiedenti l’asilo (il “bunker di Camorino”). Ed è per questo che con una lettera si rivolge direttamente a Raffaele De Rosa domandando «l’immediata chiusura del bunker, l’immediato trasferimento delle persone ancora all’interno presso gli altri centri CRSS, l’immediata presa a carico sanitaria delle due persone che versano in un grave stato depressivo».

Proprio ieri sera rappresentanti della società civile ticinese, l’MPS-POP- Indipendenti, il Collettivo “Io l’8 ogni giorno”, il Collettivo R-Esistiamo, il Centro sociale CSOA Molino, si sono radunati per portare la loro solidarietà e il loro sostegno agli asilanti in sciopero.

«Arrivati sul posto - scrive la consigliera comunale di Bellinzona - abbiamo trovato un notevole spiegamento di forze di polizia, che impedivano l’accesso al bunker». Quando a due persone è stato permesso di avvicinarsi, hanno scoperto che «all’interno rimangono ancora 7/8 persone (dopo l'annuncio dei trasferimenti da parte del Cantone, ndr.) di cui due con seri problemi di salute, lamentano un forte stress psicologico dovuto all’incertezza del loro status giuridico, ma anche e soprattutto perché non possono decidere cosa fare durante l’arco della giornata». Oltre a «non poter lavorare», «non hanno soldi per poter anche solo comprare acqua o cibo», né hanno «accesso ai servizi igienici».

Al consigliere di stato PPD nella lettera viene anche chiesto «un incontro immediato per discutere la definitiva chiusura del bunker e la possibilità di alloggio presso cittadini privati, disposti ad un’accoglienza vera».

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